JON SPENCER & THE HITMAKERS
"Spencer Gets Hit Lit"
(Bronze Rat, 2022)

Jon Spencer, urticante cantante, chitarrista e compositore americano, è, fin dai tempi dei suoi vecchi e intransigenti Pussy Galore (in attività per tutta la seconda metà degli anni ’80 sino allo scoccare dei ’90) prodighi di una produzione discografica fondamentale per gli amanti di sonorità estreme e schizzate, una delle figure chiave della scena alternativa garage punk a stelle e strisce. Le sue creature successive, i Blues Explosion e i Boss Hog (con la compagna Christina Martinez) hanno segnato durante tutti i ’90, fino e oltre il primo decennio dei 2000 un avvicinamento a sonorità più concilianti fino a sfiorare il pop, pur non uscendo mai dal seminato di un approccio rock sempre molto convulso, imbastardito da robuste dosi di funk, rap e blues stravolgenti.

Detto in soldoni Jon Spencer non si è mai piegato testardamente alle regole del mainstream e del mercato nel corso di ormai più di 35 anni di carriera artistica, inseguendo continuamente formule musicali corroborate da genialoidi mix di generi carichi di energia esplosiva. Il suo primo album solista del 2018 Spencer Sings The Hits, pubblicato dalla meritoria e “garagista” In The Red Records, ha fatto un po’ da preludio al nuovo progetto Jon Spencer & The HITmakers che debutta con questo Spencer Gets Hit Lit. La nuova line-up allinea Sam Coomes (ex Quasi) alle tastiere, B. Sord (batteria, già nei Boss Hog) e come percussionista aggiunto il decano Bob Bert, ex Chrome Cranks e vecchio compagno di Spencer in ubriacature rumoristiche e schizofrenie soniche varie sin dai tempi dei Pussy Galore.

Il nuovo Spencer Gets Hit Lit annuncia sin da una sulfurea e spiritata copertina in cui è un rosso acceso ad aggredire (a cominciare dalle unghie laccate di Spencer) che la “musica non è cambiata” o se preferite che “il lupo perde il pelo ma non il vizio”: abbiamo a che fare con 13 brani garage punk concitati e schizoidi caratterizzati in fase iniziale da succinti riff chitarristici di Jon o dei synth di Sam Coomes martellanti e seriali, qualche volta “demenzialoidi” (Primary Baby, The Worst Fact) e poi da progressioni e sviluppi tematici sempre imprevedibili, bricolage rompicapo quasi “beefheartiani”: volendosi allargare un po’, in qualche episodio (Layabout Trap, Push Comes To Shove) si ha la sensazione di avere a che fare con una Trout Mask Replica di plastica riveduta e corretta a suoni e sensibilità dei 2000.

Come al solito Jon Spencer più che cantare (impossibile usare con lui questa categoria ortodossa) si lancia in performance vocali a metà strada tra talking, rap e aggressioni verbali pesanti (Get It Right Now, Bruise). Solo in sparute occasioni le sue torturate/torturanti corde vocali e il suo approccio compositivo accettano, pur se vagamente, opzioni armonicamente più accomodanti (My Hit Parade, Rotting Money). Strumentalmente Spencer Gets Hit Lit è un geniale e convulso bric-a-brac risultato di intrecci, incontri/scontri mai scontati delle violente, fratturate sventagliate chitarristiche di Jon Spencer e degli spiritati keyboards di Sam Coomes (essenziali nell’economia del disco) che in Worm Town sfodera una tirata synth solistica space-age davvero da sballo. Ad arricchire la sfaccettata ricetta del lavoro il rockabilly sintetico di Get Up & Do It e l’hard rock anomalo di Strike 3. Ma sono soprattutto le convincenti Junk Man e la concitata e tagliente Death Ray a giustificare la nuova ragione sociale di “costruttori di hit” della ditta di Jon Spencer.

A volte Spencer Gets Hit Lit ha le fattezze di un cartoon acustico che vuole sorprenderti e trastullarti a tutti i costi, altre di un parco giochi sonoro anni 2000 che fa delle montagne russe la sua proposta più allettante. Non si può infine ignorare che a tratti in questo disco la ricetta sonora di Spencer mostri un po’ la corda rischiando di diventare un cliché. Per il momento c’è ancora da divertirsi e da farsi masochisticamente/piacevolmente sfondare le sinapsi, speriamo bene per il futuro.

Pasquale Boffoli

LINK:

Facebook

Bronze Rat Records

Bandcamp

 

VIDEO BRANI:

Junk Man

Death Ray

Worm Town