Ogni tanto la nostra amata Hozac stacca la spina con il presente e sale sulla macchina del tempo per riportarci in un glorioso passato alla riscoperta di qualche chicca dimenticata, o forse mai conosciuta, come questo EP del ’79, primo ed unico atto dei Matt Gimmick, già tutto nel titolo: Detroit Renaissance ’79. Non aspettatevi
Ogni uscita targata Polly Maggoo rappresenta ormai un piccolo evento per il sottoscritto soprattutto quando, come nel caso in questione, l’attesa è stata lunga. Risale al lontano 2015 infatti il favoloso secondo Pierre & Bastien, puntualmente recensito su queste pagine, mentre questa volta trattiamo di un esordio, in aggiunta nel breve formato, sempre made in
Quando, qualche tempo fa, mi sono imbattuto, alla radio, nel killer singolo Conformity In UK è stato amore a prima vista. A due anni di distanza e sotto la stessa sigla, questo Unemployed, con mia grande sorpresa, è riuscito addirittura nell’ardua impresa di superarlo, annoverando la band tra le più interessanti degli ultimi tempi. Due
Di Amyl Taylor e i suoi Sniffers se ne è parlato molto negli ultimi due anni, i circuiti underground della rete strabordano di articoli ed interviste, per non parlare dei video presenti su YouTube, frutto di un’approccio all’immagine, in particolar modo della Taylor, ostentato e diretto come solo una teenager col culo in fiamme può
Grande annata per le ristampe power pop quella oramai trascorsa a dimostrazione dell’intramontabile freschezza di un genere che sebbene non abbia raccolto consensi plateali gode di una notevole longevità. A chiusura di quest’anno ho scelto di segnalarvi un gustosissimo recupero molto atteso dai fan visto che nei quasi quarant’anni che ci separano dal suo esordio
Ancora una volta è l’Australia a deliziarci con le sue proposte che immancabilmente da 10 anni a questa parte continuano a saziare i palati punk-wave più intransigenti del pianeta. Questa volta però l’asse si sposta decisamente verso sonorità più “potenti” e muscolose partorite da un trio di Melbourne dalla sinistra veloce e la destra pesante.
Lawrence (Kansas), 1977: Mark Gilman, John Odell e Brad Reid, in compagnia del bassista Bill Mauer e del batterista Kevin McHugh, tentato di cavalcare l’ondata del punk, ma qualcosa va storto e decidono di chiudere immediatamente i battenti. La tradizione country ancora fortemente radicata non dà spazio al nuovo trend così come non lo darà
Gran bel colpo quello messo a segno dalla spagnola Munster lo scorso anno con il recupero di questo tanto oscuro quanto storico EP siglato Dangerous Rhythm. Questa volta ci muoviamo in territori altri, ossia Messico, dove con ogni probabilità sono stati proprio i nostri ad aprire le “danze” punk. I Dangerous Rhythm si sono formati
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