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CARDOSANTO
"Pneuma"
(Freeland, 2000 – Dreamingorilla / Rude Records Savona / Wallace, 2014)

CardosantoLe ispirate deflagrazioni sonore dei Cardosanto hanno il loro start nella provincia savonese nel cuore degli anni ’90. L’alba discografica dei nostri vede la luce mediante un EP autoprodotto, dal titolo omonimo datato 1997, parto di una formazione a quattro: Roberto Sassi (chitarra), Fulvio Giglio (basso), Dario Marinangeli (batteria) e Luca Pitti (voce). La seguente uscita di scena del singer, durante il successivo tour promozionale, fungerà da apripista per la scelta definitiva della band ligure, che nelle vesti di trio sfornerà nel 2000 la creatura Pneuma. Ma nel 2002, nonostante i notevoli e legittimi elogi da parte della stampa specializzata per l’album, i Cardosanto si sciolsero. Fino a giungere ben dodici anni dopo alla attuale riunione, giunta simultaneamente alla ristampa in compact disc di questo loro unico lavoro; in questo lasso temporale, l’unico dei tre componenti ad aver dato seguito al proprio percorso musicale è stato Roberto Sassi, con collaborazioni sia in Italia (MGZ & Le Signore, Anatrofobia, An Experiment In Navigation) che in terra d’Albione (London Improvisers Orchestra, The Custodians, Snorkel, Vole, Forebrace).

Pneuma è un termine derivato dal greco antico e significa precisamente aria, respiro, soffio vitale e chi scrive non può fare a meno di identificare in questo illuminato amarcord sonico una sorta di viscerale concept album. Poco più di 54 minuti blow minded articolati in dodici tracce nelle quali (il tutto intervallato da fascinosi e suggestivi happening di stampo psychedelic-noise) affiora in modo quasi incontrastato una guitar creativa, schizofrenica, catartica e compulsiva. Sulla scorta del mio background sonoro, scorgo nell'”epiletticamente asimmetrico”, aggressivo ma mirabile e notevole excursus musicale tracciato dal trio, generi come rock progressive (Re Cremisi rules), noise, psichedelia, mathcore e post rock, il tutto coadiuvato saltuariamente da ritmiche jazz. Full length che, oltre che dai sopra citati King Crimson, attinge linfa vitale con estro, personalità ed autorevolezza anche da “divagazioni zappiane” come da gruppi attuali tipo gli americani Don Caballero; per me una piacevole e radiosa scoperta nell’ambito dell’underground rock nostrano.

Si spera che la recente reunion della band funga da prologo ad altre lodevoli performance discografiche, ma intanto gustiamoci a fondo questo oscuro “diamante pazzo” chiamato Pneuma.

Luciano De Crescenzo

PLASMA EXPANDER
"Live3"
(Bloody Sound Fucktory / Brigadisco / Villa Inferno / Wallace, 2014)

Plasma ExpanderLive3 è il nuovo disco dei Plasma Expander band sarda composta da Fabio Cerina alla chitarra, Andrea Siddu alla batteria e Corrado Loi al basso, ai synths e ai samples. L’album seppure live è stato registrato in studio. Il disco è composto da cinque tracce, solo l’ultima Otra Vez è inedita mentre le altre già presenti nei precedenti lavori, Cube pubblicato nel 2013 e Kimidanzeigen nel 2009.

Al primo ascolto Live3 è un riverbero spettrale di sottili onde microcosmiche che echeggiano nell’aria creando un ascolto acido e allucinatorio. Lo sforzo di ricerca e contaminazione per una pseudo perfezione è già presente nella traccia di apertura Beacon, ipnotico groove che richiama alla mente un viaggio ad alta velocità in metropolitana al di sotto di un treno. Lo scorrere dei binari, lungo questo tragitto dalla destinazione proiettiva ad un nuovo lavoro, crea un complesso frastuono math/psych e con lo scorrere dei minuti la struttura viene deframmentata da battiti ritmici e trasmuta in un psych/stoner del tutto oscuro. Continuando l’ascolto di Live3 per Hands In Your Guts la matrice rimane la stessa come in continum spazio/temporale ridotto all’osso, il collasso sembra imminente, le continue esplosioni ritmiche del trio creano un vortice di azioni attrattive interne non più equilibrate dallo spasmodico sound deformante, creando una rapida contrazione delle dimensioni sino al passaggio ad uno stato degenerativo, ed è proprio con Why Not che i Plasma Expander raggiungono il compimento dell’irreversibile. Traccia già presente nell’album del 2009 Kimidanzeigen i Plasma Expander si allontanano con un lampo dal passato, anche se l’ossatura del brano rimane invariata, il sound viene arricchito da una miscela noise in un continuo rimbalzo sonoro, la chitarra di Fabio Cerina ci conduce in un assalto parossistico e atonale, un lungo feedback perpetuo e degenerativo. Il cul de sac dell’album si raggiunge con Exploder ultima del quartetto di tracce di questo viaggio nel passato dei Plasma Expander. Una sottile linea separatrice tra il passato oramai accennato, riproposto e ricostruito ed il futuro ancora sordo dove iniziano i primi echi di una nuova anima. Forse è la traccia più psych dell’intero album una fluttuazione tantrica, l’impulso sonoro domina nel tempo generando una sovrapposizione di suoni che riproducono esattamente quello originario, “l’Atman” sembra compiuto, ma la band ci propone Otra Vez, una sorta di trampolino di lancio al prossimo disco, un elevato magnitudo struggente, una ballata maniacale che rivela tutto il potenziale del trio ed è una sorta di firma “alla scena underground del movimento psichedelico statunitense”.

Indubbiamente la musica dei Plasma Expander e l’ascolto di Live3 risvegliano le fantasie più inquiete dell’inconscio umano e delineano oscillazioni elettroniche, dando l’impressione che anche l’aria dell’ambiente che ci circonda subisca una rarefazione e inflessione ottica caratteristiche del miraggio. Buona la “re”prima.

Daniele Carcavallo