FRENCIO & MASI
"Arrivati Al Punto"
(Fabio Cinti, 2013)

Frencio & Masi“In cui la strada non è più un percorso liscio da raccontare sulla panchina”, questo il titolo per esteso del primo lavoro di questo bizzarro e vulcanico duo salernitano, ma in realtà trattasi di un trio, poiché ai due si affianca in tutti i pezzi l’estro e gli arrangiamenti del programmatore Marco “Mauss” Cozza. Frencio e Masi, il primo è già leader dei Vidra, autore Siae con una sconsiderata passione per l’electro wave italica degli anni ’80, il secondo è un attore ed autore teatrale, del quale ho avuto modo di apprezzare le doti di fine dicitore durante un reading di qualche anno fa in quel di Salerno. L’incontro artistico tra Francesco Fecondo e Antonino Masilotti risale però ad alcuni mesi prima, grazie alla partecipazione ad alcuni spettacoli multimediali allestiti dal benemerito Professore Alfonso Amendola, sempre attento e ricettivo verso qualsivoglia forma di contaminazione audiovisiva. In Arrivati Al Punto, prodotto da Fabio Cinti, già collaboratore di Franco Battiato e Morgan, Frencio (voce, synth, programmazione tastiere ed autore delle musiche) & Masi (voce recitante ed autore dei testi) con l’aiuto di Marco “Mauss” Cozza, di cui sopra, confezionano, mai termine può essere più appropriato per il loro metodo compositivo, otto bozzetti elettronici in forma di canzone. Tenendo fede al lungo sottotitolo, ne vien fuori un percorso musicale non facile in cui un caleidoscopio di suoni electro pop che sembrano precipitati da Saturno rincorrono versi surreali e nonsense e fanno a gara tra loro, gettati apparentemente alla rinfusa, quasi come un dripping su una tela di Pollock, ma dove però il “motivo” riesce sempre a trovare una sua strada e ad emergere. Se il rimando colto e l’atmosfera retrò è da cercare nei dischi di due coppie compositive illustri come Battisti/Panella e Battiato/Sgalambro, l’uso garbato, spiazzante e spesso alquanto imprevedibile di synth, groovebox, batterie elettroniche e altre stregonerie è tutto frutto della loro consapevolezza musicale e dell’aiuto determinante della produzione di Fabio Cinti. I titoli improbabili delle canzoni parlano chiaro, si fa per dire, da Arrivati Al Punto a Conversazione Tra Manichini, un po’ il loro manifesto estetico, da Gong! a Melo, che vede Fabio Cinti alla voce, a Ufo Bar, la mia preferita. In conclusione posso dirvi che questo duo, smentendo il titolo del loro album di debutto è solo al “punto di partenza”, avendo dimostrato di avere risorse compositive e adeguato senso critico da poter difficilmente sbagliare il prossimo “step” verso la loro personale e innovativa visione di un electro pop italiano, oggi più unico che raro. Mentre scrivevo questa recensione ho appreso da Frencio di una imminente riedizione, riveduta e corretta, di questo album. Staremo ad ascoltare e a darvene, prossimamente, conto.

Giuliano Manzo