INTERVISTA a GREG PREVOST
“Non c’è gloria in nessuna guerra”

INTRO

After The Wars (su Mean Disposition/Penniman Records), uscito il 15 Luglio 2024, è il quarto album solista in studio di Greg “Stackhouse” Prevost dopo aver mollato i Chesterfield Kings nel 2011. Viene dopo Mississippi Murder (2013, qui la mia recensione), Universal Vagrant (2016) e Songs For These Times (2020), tutti su Mean Disposition, come la compilation pubblicata nel frattempo nel 2022 Vintage Violence: Barbaric, Crude & Primitive 1975-1979, fondamentale per conoscere i suoi fulminanti e grezzi esordi in varie band. In occasione dell’uscita di After The Wars ho intervistato Greg Prevost in esclusiva per Frastuoni web magazine avvalendomi come sempre della preziosissima collaborazione di Ciro Boffoli. La versione originale inglese la trovate di seguito a quella italiana. Ci siamo tuffati in una full immersion soprattutto sul suo nuovo disco solista, su quelli precedenti e sui suoi progetti futuri. Buona lettura.

L’INTERVISTA

Ciao Greg come stai? Sei contento di come è venuto fuori alla fine “After The Wars” 4 anni dopo “Songs For These Times”?

Tutto bene Pasquale! Grazie! Sono molto contento di After The Wars 4 anni dopo Songs For These Times: avrei voluto pubblicarlo prima ma pubblicai nel 2022 anche Vintage Violence 75/79 su Mean Disposition Records, una compilation dei miei primi lavori realizzata tra Songs For These Times e After The Wars che ho voluto fare uscire insieme al mio libro “On The Street I Met A Dog, An Autobiography And The Complete History Of The Chesterfield Kings” pubblicata dalla MLBooks di Massimo del Pozzo.

Che differenze musicali ci sono tra “After The Wars” e “Songs For These Times”?

In origine fu concepito come album acustico come Song For These Times. All’inizio fu registrato come avevo pensato ma, quando le sessions iniziarono, ogni brano prese nuova vita. A seconda dei brani e di ciò che pensavo si decideva quali strumenti o suoni servivano per completare il tutto. Ho avuto molti cari amici che hanno suonato le parti necessarie per incidere i brani come dovevano essere.

Con quale criterio hai scelto le cover di questo nuovo disco?

Quando faccio un album c’è tutto un processo da seguire. Ho circa 12 originali e 15 o 20 brani di altri artisti che mi sono piaciuti negli anni e li tiro fuori. Mi faccio un’idea di come sarà l’album, più o meno un concetto di base, poi, con gli originali e tutti i brani, provo a iniziare. In un paio di mesi di tentativi ed errori trovo gli originali ideali. Scelgo le cover che possono andare bene per la mia voce e il mio suonare e le faccio diventare completamente brani miei, non copie carbone!

Quanto sono importanti oggi il blues e il folk americani nella visione musicale di Greg Prevost?

Blues e folk americano sono alla base di qualsiasi cosa io faccia musicalmente.

Ci racconti qualcosa sui brani che hai composto per il tuo nuovo lavoro “After The Wars”? Soprattutto sulla suite omonima che conclude il disco (Creation / Retribution / Redemption / Zen Cats) con Felix Cat e la cover di David Bowie di Memory Of A Free Festival.

La suite conclusiva di 4 parti After The Wars è come un viaggio nel tempo, nel passato e nel futuro. Creation rappresenta l’inizio di tutto, Retribution è la convinzione che pace ed amore conquistano tutti e Zen Cats è come una conseguenza pacifica. Tranquillità. Sentivo poi che le liriche di Memory Of A Free Festival di David Bowie (“the sun machine is coming down and we’re going to have a party … etc …”) potevano chiudere la suite con un sentimento di felicità.

Perché questo titolo? “After The Wars”.

L’album in un certo senso è un concept album dove i brani parlano di amore, solitudine, pace, disordini e pace. No Hallelujah For Glory, in origine intitolata Saigon Blues, è stata scritta nei primi anni ’70 (riarrangiata e riscritta per questo album). È come essere arruolato per la guerra in Vietnam, cosa che ho fatto nel 1973. Fui classificato, attraversai la linea, quasi preso, fortunatamente le truppe furono richiamate come la mia, fui ancora “preso all’amo”, come si dice, per 2 anni ancora fino a quando la guerra finì, tecnicamente nel 1975. Il concetto del brano è essere un soldato, non avere scelta ed essere arruolato o andare in prigione o lasciare per sempre il paese. Una decisione non facile da prendere, i ragazzi che tornarono non ebbero un “bentornato da eroe” come successe per i soldati della Seconda Guerra Mondiale. Il messaggio è che non c’è gloria in nessuna guerra.

Quanto sono stati importanti i musicisti che hanno collaborato con te in “After The Wars”?

Molto importanti. La completa visione musicale non si ottiene senza di loro. Per esempio la chitarra solista di Paul Morabito, in Roadkill Rag, accentua il contenuto lirico per portarlo al giusto livello. In No More Songs la mia voce, con l’accompagnamento vocale di Caroll mia moglie e lo stupendo piano di Karl La Porta, lo rendono così pulito e triste come speravo.

Se dovessi scegliere 10 dischi da portarti in un’isola deserta quali sceglieresti?

Troppo difficile per me sceglierne 10, diciamo qualsiasi cosa di Phil Ochs, Bob Dylan, Kinks, Howlin’ Wolf, Steppenwolf, il primo Cat Stevens, Françoise Hardy Sul perché, perché mi fanno felice!

Ami sempre i Rolling Stones come quando suonavi nei Chesterfield Kings? Oggi cosa ascolti?

Suppongo che fosse lo stato in cui ero in quei momenti. Cosa ascolto oggi? Bob Dylan, Aretha Franklin, Patrick Sky, John Kay, Eric Andersen, Sandy Denny, Steve Gillette, Fairport Convention, Randy Holden …

Mi piace molto come suoni l’armonica. La suono anch’io da tempo nelle mie band. Quali sono i tuoi armonicisti preferiti?

Little Walter, Keith Relf, Brian Jones, Bob Dylan, Tony “Little Sun” Glover, Jerry Porter …

Quale, dei tuoi 4 album solisti, ti sembra meglio riuscito e perché?

Non so veramente risponderti! Hanno fatto tutti bene. La gente sembra accogliere bene il nuovo e questo mi piace.

È cambiato il tuo approccio live nel 2024?

Non apprezzo molto suonare dal vivo, lo faccio a volte e non mi piace presentare i brani quando suono, mi presento e basta, poi suono!

Grazie per la tua disponibilità Greg. Puoi parlarci dei tuoi progetti futuri?

Grazie Pasquale! Il prossimo album sarà Shitkicker Rebellion, dal suono heavy blues!

Pasquale Boffoli

 


 

INTERVIEW with GREG PREVOST

“No Hallelujah For Glory”

 

Hello Greg how are you? Are you happy with how “After The Wars” turned out four years after “For These Times”?

All good Pasquale! Thank you! I am very happy with After The Wars! Four years after Songs For The Times, i would have had it out sooner but released also on Mean Disposition Records my Vintage Violence 1975-1979 early works compilation album that I was working on in between the Song For These Times and After The Wars albums. It was released in 2022. I wanted that to come out exactly at the same time as my book, “On The Street I Met A Dog, An Autobiography And The Complete History Of The Chesterfield Kings” published by Massimo del Pozzo on Misty Lane Books.

Which musical differences there are between “After The Wars” and “Songs For These Times”?

After The Wars was originally meant to be a straight acoustic album like Songs For These Times. Initially it was recorded with that in mind, but as the recording sessions commenced each song took on a new life more or less. Depending on the song and what I had in mind made me decide what instruments or sounds were needed to paint a complete audio picture. I had many close friends on this album with me that played the necessary parts that made the songs what they are.

What criteria did you use to choose the covers for this new album?

When i do an album i always have a process I go through. I have about 12 originals written and then have 15 or 20 songs that I have loved by other artists throughout my life that I work out. I get an idea of what the album will be, a concept more or less then go through my originals and all the songs i want to attempt to cover. Over the course of a couple of months of trial and error, i find the originals that work in the context of what i am striving for then the same goes for the cover songs. I choose cover songs that work for my voice and style of playing and basically rearrange them to be my ‘own’ songs and not carbon copying.

How important are blues and American folk today in Greg Prevost’s musical vision?

Blues and American folk music are the basis of everything i do musically.

Can you tell us something about the songs you composed for your new album “After The Wars”? Especially about the suite of the same name that concludes the album (Creation / Retribution / Redemption / Zen Cats) with Felix Cat and David Bowie’s cover of Memory Of A Free Festival?

The After The Wars 4-part suite is like a speculative time travel into the past and into the future. Creation represents the beginning of everything, Retribution is all about the pointless wars and unrest, Redemption is a realization that peace and love conquers all, and Zen Cats is like this peaceful aftermath. Tranquility. I felt that having Bowie’s Memory Of A Free Festival with “… the sun machine is coming down and we’re going to have a party” lyrics that leave you with a feeling of happiness ending the suite.

Why this title? “After the Wars”.

The album in a way is a concept album in that the songs deal with love, loneliness, peace, unrest and war. No Hallelujah For Glory was originally titled Saigon Blues when i started writing it in the early 70s (and rearranged and rewrote it for this album). It is about being drafted into the Vietnam War, which I was in 1973. I was classified, crossed the line and almost went, but fortunately the troops were being pulled back as my number was being called. I was still “on the hook” as they say for two more years since the war did not technically end until 1975. The concept of the song is about being a soldier, having no choice but to be drafted or go to prison, or leave the country forever. Not an easy decision to make. Guys that served came back and there was never a hero’s welcome as there was for soldiers that served in the Second World War. The ultimate message is there is no glory in any war.

How much important have been musicians who have collaborated with you in “After the Wars”?

Very important. The complete musical vision never would have gotten there without them. For example the electric lead guitar of Paul Morabito on Roadkill Rag accents the lyrical content and takes it to the necessary level. On No More Songs it is just my vocal, with Caroll, my wife’s vocal accompaniment and Karl LaPorta’s beautiful piano, which carries the song and makes it as stark and mournful as I’d hoped.

If you had to choose 10 albums to bring with you on a desert island which ones would you choose?

Too hard for me to choose 10. Let’s say anything by … As to why, because they make me happy.

Do you always love Rolling Stones like when you played with Chesterfield Kings? What are you listening today?

I suppose. It was the state of mind i was in in those times. What do I listen to today? Bob Dylan, Aretha Franklin, Patrick Sky, John Kay, Eric Andersen, Sandy Denny, Steve Gillette, Fairport Convention, Randy Holden …

I like how much how you play the harmonica, also i play it with my bands. Who are your favourite harmonica players?

Little Walter, Keith Relf, Brian Jones, Bob Dylan, Tony “Little Sun” Glover, Jerry Porter …

Which of your four solo albums do you think is more successful and why?

Oh, I really don’t know the answer to that! They have all done well. People seem to welcome the new one and it makes me so happy!

In 2024 your live approach is changed?

Yes. I don’t really embrace playing live. I do on occasion and i never like to announce when i play a show, i just show up somewhere and play!

Thanks Greg for your availability. Can you tell us about your future projects?

Thank you Pasquale! Next album will be the Shitkicker Rebellion, some blues heavy sounds!

Pasquale Boffoli