LINO CAPRA VACCINA
"Antico Adagio"
(Nö, 1978 – Die Schachtel, 2014)

Lino Capra VaccinaCi sono musiche come quelle di Antico Adagio, intese come un insieme di note regolate da precisi ed antichissimi schemi matematici che sono anche la base portante di tutto l’universo, in grado di spalancare, se predisposti, porte d’accesso verso un livello di coscienza superiore in cui il microcosmo riflesso del macrocosmo eleva l’uomo in equilibrio assoluto alla potenza dell’infinito. Un modo di fare musica che prendendo spunto dall’Oriente e da altre tradizioni sempre di musica modale sparse per il mondo, stabilisce una relazione precisa tra la scala del tempo e quella dello spazio attraverso un concetto semplice, formale, espressione diretta di liberazione ed estasi. Lino Capra Vaccina, classe 1953, con alle spalle studi di percussioni, pianoforte e composizione, iniziò la sua carriera musicale con il mitico gruppo proto-world music Aktuala incidendo con loro nel 1972 il seminale album omonimo e in seguito, con Franco Battiato ed altri personaggi del calibro di Terra Di Benedetto, Mino Di Martino, Juri Camisasca, formò nel 1975 l’estemporaneo supergruppo sperimentale Telaio Magnetico. Dopo queste formative esperienze arrivò nel 1978 al concepimento del suo primo album solista, Antico Adagio, diventato sin da subito un disco culto e con gli anni anche un introvabile e ricercatissimo oggetto del desiderio. Recentemente la Die Schachtel, meritevole label milanese, ha permesso con la sua ristampa di riscoprire e diffondere maggiormente questo capolavoro di minimalismo spirituale, ampliandolo di ben quattro inediti della stessa sessione di registrazione che solo per problemi di spazio erano rimasti nel cassetto (infatti l’album doveva essere in origine doppio). Il maestro Vaccina in questo suo primo lavoro accompagnato in alcuni brani anche dalla presenza discreta ma incisiva di Roberto Mazza (oboe), Mario Garuti (violino), Dana Matus (voce, percussioni e cetra) e Juri Camisasca (voce) crea, attraverso i suoi strumenti (vibrafono, marimba, tablas, lamiere, gong, darabouka, campane, piano), delle risonanti scie di armonici, ideale punto di incontro tra il minimalismo storico (Young, Riley, Reich, Glass), la musica per metallofoni di Bali e certa musica primitiva nord africana. L’effetto generale risultante dalla varietà di toni acuti vi darà l’impressione di passeggiare in un giardino magico di fiori di cristallo. Un profondo studio su ripetitività e ritmo, dal fascino ancestrale e carico di mistero.

Danilo D’Alessio