THE CROUTONS
"Possible Mood Disorder"
(Pure Love Pure Hate, 2014)

CroutonsL’urlo dell’odio comasco.

Sapete cos’è l’hardcore punk? Ok, allora siete pronti per digerire, a furia di pugni nello stomaco, il primo album dei Croutons, giovane e misteriosa (si sa poco su di loro) punk band comasca alla sua prima produzione per l’etichetta Pure Love Pure Hate. Gli assalti sonori di questa band italiana sono composti da un cut-up violento e spigoloso di hardcore punk grezzo e genuino, con influenze di horror punk oldschool, che fanno, di questo esordio, un lavoro di una tensione ai limite della visceralità. Brani abrasivi che devastano il nostro “status”, affidati rispettivamente alla voce incessante di Federico, alle chitarre adrenaliniche di Cristian e Simone, al basso pulsante di Michi, fino alla batteria distorta di Simone.

Già il primo brano dell’album, teaknives“, è un vero e proprio assalto frontale, innescato dalla voce stridula e paranoica di Federico, non da meno il secondo, Procreatin Licence, un diretto martello nelle orecchie, degno dei più aggressivi T.S.O.L., e si sale ancora, fino allo sfinimento, con la successiva Carnival Of Souls, puro hardcore punk al fulmicotone, caratterizzato da un ritmo inarrestabile, matrice del mood The Croutons. Poco si conosce di questa band, se non le poche info all’interno del CD o della loro pagina Facebook, poco importa (forse meglio), quello che conta qui sono i contenuti, e ce ne sono tanti. New Bomb Turks all’ennesima potenza esplodono nella successiva Mask, volendo ancora più spietata delle precedenti, sostenuta da un incidere metallico da incubo metropolitano. No Time No Smile (non c’è tempo per sorridere) è un horror punk alienato, che ci porta a capire quanto i Croutons non si fermino ad una pura rivisitazione dei suoni, ma provino a spingersi oltre, e la mia mente va ai primissimi Christian Death di Rozz Williams (quelli di Deathwish e Only Theatre Of Pain per intenderci) grazie anche alle chitarre che ricordano quelle di Rikk Agnew. Terminano il lato A le aggressive Razorblade, 53 secondi di ultra-hardcore, e XXX, composizione caratterizzata da una vena più romantica e con un finale inaspettato, addirittura pianoforte! Il lato B parte diretto con Souls On Riot, simile ad un urlo di protesta senza sosta, e ancora Death Of The Youth, ignorante e decadente. I Croutons graffiano la nostra pace, ogni brano è, nella musica quanto nei testi, come un pasto amaro da buttare giù, che ci spaventa e ci esalta allo stesso tempo. Pronta Cycle The Grub, che ci scarica nella testa due minuti di suoni contorti, sporcati da un riff punk-blues che rende il brano ancora più dinamico. I Croutons mescolano con maestria e passione band storiche, dai T.S.O.L., Germs e U.X.A., passando per Adolescents, Black Flag, Dead Kennedys, primi Christian Death e 45 Grave, fino ad arrivare ai New Bomb Turks. La protesta dei Croutons volge al termine con Void, irruente come non mai, sovrastata da cori, aprendo al finale, la cover Face, proprio degli americani Christian Death, perfida e tagliente la versione originale (sull’album Ashes del 1984), ancora piu perversa e disturbata questa, epilogo fascinosamente sconcertante di una band che sorprende per omogeneità e coinvolgimento emotivo e che ci “dona”, con odio e con amore, undici schegge impazzite, colonna sonora di un “possibile (quanto reale) stato di disordine”. Genuinamente irrequieti.

Marco Pantaleone