DADE CITY DAYS
"VHS"
(Swiss Dark Nights, 2016)

Dade City DaysCi sono delle sonorità che non passeranno mai di moda, delle attitudini che continueranno a generare “la nostalgia di epoche passate” o, nel mio caso, “mai vissute”. Una di queste, culturalmente e musicalmente parlando, è l’interessante decade degli anni ’80. I Dade City Days, band bolognese formatasi nel 2013, restaurano e rispolverano il lato più oscuro ed accattivante della new wave. Dopo aver fatto da spalla a gruppi come Modern English e The Soft Moon, hanno rilasciato a febbraio, per la Swiss Dark Nights, il loro primo LP, VHS, prodotto da Lorenzo Montanà (Tying Tiffany).

Il disco, della durata di poco più di quaranta minuti, si snoda su dieci tracce, alternando sprazzi dark a venature post-punk, passando per castelli elettronici, fino a disegnare arcobaleni shoegaze. Apre il suono cupo e, a tratti, sintetico di Jukai. Siderofobia scandisce ritmiche incalzanti, a cui si aggiungono quelle di Slow Motion e Dade City Days. Luna Park, Fernweh e Polaroid, invece, costituiscono l’ossatura melodica dell’album, intervallata dalla ventata dark-dance di Preghiere & Decibel. Chiude la doppietta noise LurexBenzedrina, decisamente cariche di mistero. Lodevoli il “minimalismo” e la poetica dei testi.

Complimenti ai Dade City Days. Consigliato!

Gerry D’Amato