GIOBIA
(Avellino, 7 dicembre 2016)

Da un po’ di tempo a questa parte, la città di Avellino, seppur con tutte le difficoltà del caso, si sta affermando, nel panorama campano, come una delle piazze più attive nella promozione musicale. Si spazia dai locali storici dell’hinterland, abituati a proporre musica dal vivo, a tutta una serie di festival, che contribuiscono ad arricchirne il “cartellone”. Qui su Frastuoni, abbiamo già parlato delle realtà di Flussi e del Mas Fest, o del Godot Art Bistrot. Questa volta, però, tocca al Rainy Days, rassegna che si svolge nel mese di dicembre, promossa dall’associazione culturale Koinè Art Lab. Anche questa volta, programma corposo, suddiviso tra sei locali diversi, per un totale di ben otto concerti in quattro giorni (dal 7 al 10 dicembre). Ed è stata questa l’occasione, nella serata inaugurale del sette, di rivedere dal vivo, presso l’Ynot, conosciuto dai nostalgici come Bar Tony, una band che considero tra le migliori del panorama italiano: i Giobia. Con il nome derivante da una festa tipica del folklore nord italico – la Giobia, o Giubiana, è una strega mangia bambini uccisa dalla madre di uno dei piccoli -, il collettivo milanese, alla sua seconda apparizione in terra irpina, si fa portavoce del lato più evocativo dello space-rock. Con suoni potenti, spaziali, psichedelici, i Giobia trascinano una sorprendete cornice di pubblico, accorsa nonostante le dimensioni ridotte dello storico locale e piacevolmente coinvolta dalla proposta della band. In apertura, un paio di brani tratti da Introducing Night Sounds, disco del 2013, seguiti dalla proposta di Magnifier, ultimo disco della band, pubblicato nel 2015. Una vera ondata di puro e genuino acid-rock, un viaggio nella storia della musica, il lancio in orbita delle percezioni, per l’occasione, più distorte che mai. Un trip che ha superato la durata di un’ora, lasciando, ve lo assicuro, un gradevole ricordo. Con la speranza di poterli riascoltare, ancora, dal vivo, metto su un loro disco e grido: lunga vita ai Giobia! Frastuoni ringrazia l’associazione Koinè Art Lab e lo staff dell’Ynot per la splendida serata. A presto!

Gerry D’Amato