“RADIANCE” by STEPHAN MATHIEU + GUILLERMO UENO
(Avellino, 10 dicembre 2016)

Si è conclusa lo scorso tredici dicembre la quarantunesima edizione del Laceno D’Oro, festival internazionale del cinema, nato dalle menti degli intellettuali Camillo Marino e Giacomo D’Onofrio, con la collaborazione di Pier Paolo Pasolini, ed eccellenza tra le attività culturali della provincia di Avellino. Come ogni anno, sono state molte le personalità di spicco del mondo cinematografico ad aver preso parte all’evento, tra cui il regista iraniano Amir Naderi, insignito del premio “Camillo Marino”, e il regista e critico portoghese Miguel Gomes, che ha ritirato il premio “Giacomo D’Onofrio”. Ma il Laceno D’Ooro non è solo cinema. Nella serata del 10 dicembre, presso l’auditorium del liceo “Imbriani”, è stata presentata, in collaborazione con l’etichetta Manyfeetunder ed in anteprima internazionale, la pièce audiovisiva Radiance, frutto dell’intesa tra il compositore tedesco Stephan Mathieu e il fotografo e documentarista argentino Guillermo Ueno. La storia di Radiance, però, non nasce solo dall’incontro tra queste due interessanti figure artistiche. Infatti, tramite la Schwebung, label tedesca fondata nel 2012 da Mathieu stesso, l’artista teutonico aveva rilasciato ben sei produzioni a nome Radiance, ognuna ispirata ad un tema diverso. All’alternanza di immagini suggestive di pianeti e natura, fa da sottofondo The Sun Is You, brano della durata di 40 minuti che costituisce la sesta parte dell’opera, intitolata Radiance VI: KEPLER. Una traccia definita dall’autore “an entropic system for piano and loudspeakers imitating the planets orbiting the sun”, e dedicata a Giovanni Keplero. Una performance audio-video di pura genialità artistica, con sonorizzazione live, ovviamente, che ha lasciato affascinati i presenti.

Prima dell’esibizione di Mathieu, però, è toccato agli artisti della Manyfeetunder. Apre l’evento AV-K, al secolo Anacleto Vitolo, vecchia conoscenza di Frastuoni, che ha riproposto dal vivo la potenza e la devastazione sonora di Fracture, disco del 2015, avvalendosi del supporto visivo del Kanaka Project, ed in particolare della figura di Andrea Maioli. A seguire, è stata la volta di Franz Rosati, artista di grande valore, con una proposta di altrettanta potenza, scandita da cambi di direzioni spiazzanti.

Una serata all’insegna dell’arte e della pura sperimentazione. La redazione di Frastuoni ringrazia lo staff organizzativo per l’accoglienza. A presto!

Gerry D’Amato