HIBUSHIBIRE
"Freak Out Orgasm!"
(Riot Season, 2017)

Gli Hibushibire sono una band nipponica nata ad Osaka e formata da Chang Chang alla chitarra e voce, 821 al basso e Ryu Matsumoto alla batteria. L’album Freak Out Orgasm! è composto da quattro tracce ed è stato prodotto da Kawabata Makoto degli Acid Mothers Temple per la Riot Season Records.

Il disco, sin dal primo ascolto si presenta come un corposo e straniante viaggio visionario che attraversa gli ultimi 50 anni della musica psichedelica giapponese, toccando tutte le band che hanno influenzato lo scenario nipponico, dai Flower Travellin’ Band, Hiro Yanagida, Tanaka & Super Session, Far East Family Band, Magical Power Mako e soprattutto agli Acid Mothers Temple. Disarmonia-armonia, elementi senza ordine, caos e follia, concettualmente ordinati, messi insieme da una teoria bizzarra e caotica creano un sound terrificante, una psichedelia adimensionale devastante, dilatando la separabilità di massa ed estensione, dando vita ad un ipnotico e deformato trip acido. Si ha l’impressione che dietro l’apparente illogicità della loro struttura, esista un messaggio, delle leggi che hanno la capacità di governare l’anarchia sonora, fragile e crudele. Si ha l’impressione che il destino dell’umanità, nella sua forma, abbia la stessa fragilità di quelle armonie di Freak Out Orgasm!, fatta da illogici passaggi ciclici, una successione vortiginosa di magnetismo inquietante.

L’album si apre con Lucifer’s My Friend ed è subito l’esplosione della più profonda paranoia sonora. La sua intensità, uno spettro fiammante, un alone indelebile, costruito da una violenta chitarra di Chang Chang, intinge ogni fibra, un groove di una psichedelia bruciante che spazza via qualsiasi cosa gli si pari davanti. Hallucination Valley Blues – Flying Shiva Attack – Hallucination Valley Blues (Reprise), vibra in tre movimenti cosmici fusi in un’unica perversa sequenza spaziale. L’esecuzione della traccia è un flusso sonico irruento, la vecchia psichedelia anni ’70 viene richiamata ma destrutturata e resa irriconoscibile. Il suo brutale riff e la velocità assassina della chitarra getta l’ascoltatore in una catatonia senza fine. I vocalizzi sono frammentari, s’incontrano con la strumentazione spinta al massimo, ma allo stesso tempo non perdono l’efficacia, prolungano lo stato di alterazione mentale, il cervello diventa pura marmellata acida. In Trepanation Breakdown si ripropone lo stato ipnotico indotto già da Hallucination Valley Blues – Flying Shiva Attack – Hallucination Valley Blues (Reprise); è continuum lisergico. Anche in questo pezzo la chitarra di Chang Chang è il fulcro che spinge la band all’equilibrio sonoro. L’aggressività tagliente squarcia in mille pezzi i timpani dell’ascoltatore; tutto è spinto al massimo. L’ultima traccia Deep Throat River Holy Mountain High è un manifesto all’eccentricità della psichedelia “made in Japan”, i riferimenti agli Acid Mothers Temple sono palpabili sin da principio. Il pezzo è un regno ritmico di suoni, che dipinge vizi surreali, celebrando un incubo lungo e distorto. Le strani voci che aprono e corrono lungo questa traccia evocano gli spiriti in una notte nebbiosa. La band viaggia spedita e trascina con sè l’ascoltatore lungo un mantra ipnotico sempre più ampio.

Freak Out Orgasm! è già una pietra miliare della nuova psichedelia che verrà, naturalmente va maneggiato con molta cura perché è uno strumento di uno oscuro saltimbanco, di un piccolo e sinistro guru (Makoto Kawabata) che si diverte a creare mondi dentro altri mondi, vite dentro altre vite, cervelli dentro altri cervelli. Tutto l’illusorio potere della band proviene forse da quest’allegro soggettista, che elargisce e revoca doni a suo piacimento.

Daniele Carcavallo