GIANLUCA BECUZZI / MASSIMO OLLA
"RedruM"
(Luce Sia / Show Me Your Wounds Production, 2017)

Redrum … murder … il titolo ci conduce al tema portante delle sei viscerali ballate che vedono per la prima volta Gianluca Becuzzi (Limbo, Kinetix, NTC, …) e Massimo Olla (Noisedelik, …) unire il proprio percorso di ricerca musicale. La copertina, quattro scuri (non sono asce!) conficcate su due pareti, potrebbe rimandare facilmente al capolavoro di Kubrick del 1980 ma ci sbaglieremmo. È il bianco e nero che predomina e ci apre le porte di una dimensione inconscia, livida, estrema, ” … quasi tutti i moderni riproduttori della vita, in realtà la rifiutano. Noi inghiottiamo il male e ci strozziamo con il bene” (Wallace Stevens). L’acutissima consapevolezza compositiva ci permette di acquisire l’assassinio come conoscenza, non come esperienza. I drones di Becuzzi creano un buco nero emozionale vero e proprio, la luce intrappolata non può più uscire, domina il nero, lo sguardo rivolto all’interno di noi stessi; i misurati intensi sussulti, le combustioni sonore di Olla rappresentano come meglio non si potrebbe questo stato d’animo, i suoi strumenti autocostruiti meriterebbero una recensione a parte, doveroso segnalare la presenza di Simon Balestrazzi al mastering. Volutamente non cito paragoni con altri artisti che si sono cimentati nelle murder ballads perché sarebbe riduttivo: questa collaborazione musicale vanta un’assoluta autonomia compositiva e culturale, rintracciabile nel passato musicale dei due compositori, e nelle radici popolari delle murder ballads per quanto riguarda l’immaginario specifico … basti pensare che Two Sisters vanta solo nei paesi scandinavi ben più di cento varianti. RedruM dispiega una fortissima coerenza di insieme, un cantato coinvolgente negli ipnotici refrain delle ballate sostenute da una lama sonora che non diventa mai di maniera.

“And he made a harp of her breast-bone
Whose sound could melt a heart of stone”

Leo Learchi