KONAKON
"Ousia"
(OTA, 2017)

Dopo aver ascoltato e recensito Ars Magna, è naturale aspettarsi molto da questa nuova uscita firmata Konakon. Matteo Berghenti non si lascia incantare dalle belle parole spese dalla critica per il lavoro precedente e rilancia. Rilasciato a giugno dalla label portoghese Os Tres Amigos, che merita sicuramente un capitolo tutto suo, Ousia si presenta sotto le spoglie di una genuina ed interessante audiocassetta, curata nei minimi particolari.

Se in Ars Magna si erano esplorati sound poderosi ed ipnotici, in Ousia la sperimentazione di Berghenti si fa ancora più estrema ed interessante. Analogico e digitale danno vita a suoni corposi ed imprevedibili, impreziositi da suggestivi field recordings. L’introduttiva Opuntia ricorda molto le colonne sonore ad intermittenza dei videogames, mentre tracce come Tilia e Virola tessono insolite trame a sfondo dance, meno accentuate nella seconda. Chacruna, uno dei pezzi più interessanti della cassetta, assesta colpi a ripetizione con le sue esplosioni “crash’n’roll”, che fanno da apripista alle commistioni allucinogene di Ereriba. Avanguardie glitch fanno capolino in Tonburi, spalleggiando le basse frequenze di Myris e le ansie oscure di Kava.

Abbellita dall’artwork a cura di Catarina Gorgulho, Ousia è una piacevole scoperta.

Gerry D’Amato