WOODEN SHJIPS
"V."
(Thrill Jockey, 2018)

Uscito a fine giugno su Thrill Jockey a cinque anni di distanza da Back To Land, il quinto album dei Wooden Shjips V. è un delizioso viaggio psych cinematico, dove a farla da padrone sono le classiche “good vibrations”. Nulla di innovativo o particolarmente originale, però va detto che il gruppo californiano ha la capacità di miscelare psichedelia fine ’60 e primi ’70, space rock alla Spacemen 3 e Stereolab unendoli con il suono elettrico di Neil Young. Il risultato è quello di sette songs fluide e dilatate che non rinnegano i loro modelli e che risultano comunque coinvolgenti.

Il quartetto è formato da Omar Ahsanuddin alla batteria, Dusty Jermier al basso, Nash Whalen all’organo e Erik “Ripley” Johnson alla chitarra e voce. Il debutto omonimo del 2006 e i singoli che lo precedettero (ma anche quelli che ne seguirono, di cui uno, fuori catalogo, per Sub Pop) fecero la felicità di chi amava i suoni psichedelici di Velvet e 13th Floor Elevator. Nel 2009 è stata poi la volta di Dos, in cui il quartetto si è spinto ancora oltre le volte psichedeliche del debutto, con venature kraut e motorik (Fallin’ è un brano di oltre 11 munti basato su due note che si ripetono all’infinito, giusto per capirci …). Le ultime prove discografiche si aprono a toni più morbidi e cangianti includendo anche una chitarra acustica ed una vena melodica che porta a brani più compiuti (il singolo These Shadows su Back To Land ne è un buon esempio). Dopo gli anni dedicati al Moon Duo, progetto che nel frattempo ha acquisito la stessa rilevanza del gruppo madre (i due CD Occult Architecture Vol. 1 e Vol. 2 dell’anno scorso sono un delizioso manuale di psichedelie assortite), per Ripley Johnson (chitarra, voce) è il tempo di imbarcarsi in compagnia dei vecchi membri.

V. si compone di sette tracce per 42 minuti, suonate da una band ispirata ad un rock psichedelico arioso, con un’imponente impronta classic rock e singolari venature ipnotiche. Si parte con Eclipse, 6 minuti e 18 secondi di riff suadente con chitarre che fraseggiano chiaroscurali, la voce indolente di Johnson ed un inedito sax, che porta l’ascoltatore in un clima californiano anni ’70. In The Fall è una jam insinuante che scivola nell’up-tempo di Red Line, più melodica e groovy. Il singolo Already Gone è una ballad solare e un po’ stralunata, con un giro di basso implacabile che regge tutto il pezzo. Poi arriva Staring At The Sun, in cui delay, fazer e wah wah sono al servizio di una space jam morfinica in cui perdersi è una delizia tra Velvet e riverberi Spaceman 3 vs Telescopes. Golden Flower, forse il brano migliore, ha un andamento lento e un arrangiamento stratificato di chitarre effettate, percussioni ed elettronica vintage capace di portare l’ascoltare in una dimensione altra. La conclusione affidata a Ride On, altra ballata lenta e cadenzata (una sorta di Knockin’ On Heaven’s Door al rallentatore), come se i nostri si volessero allontanare in punta di piedi.

V. è un buon disco. Chi ama già i Wooden Shjips sarà soddisfatto. Viene voglia di metterlo in loop perché emana vibrazioni positive, che dal vivo potrebbero rendere ancora meglio. Consigliato!

Alessandro Gobbi