SHELTER
“Attaining The Supreme”
(Equal Vision, 1993)

Finalmente sono riuscito a trovare un po’ di tranquillità per riascoltare un disco che comprai nel 1993 in un piccolo negozio di Verona, il mitico “Noise Art”, oramai chiuso da parecchi anni. Lo acquistai anche con l’intento di gareggiare con altri giovani veronesi che ascoltavano musica punk hardcore americana. Sfortunatamente però, non mi accorsi subito della sua originalità e così finì ad occupare spazio negli scaffali della mia libreria assieme a tanti altri dischi del genere usciti in quegli anni. Attaining the Supreme è il terzo lavoro degli Shelter. Un disco che definisco tutt’oggi una “magic potion” preparata appositamente per essere antidoto contro la noia e il grigiore dello stato d’animo umano. La prima pressatura in vinile uscì nel 1993 per la neonata Equal Vision Records, etichetta discografica tutt’ora attiva ed impegnata nella produzione e nella scoperta di nuove band sotterranee. Sono 10 brani dallo stile decisamente inconfondibile, melodico, a tratti aggressivo ma mai irruento. Un disco solare e ricco di spunti creativi, che sicuramente vi divertirà averlo come colonna sonora durante i vostri ritagli ricreativi oppure, se siete dei buoni skaters, ne trarrete gioia facendo un po’ di rampa o street assieme ai vostro amici.

La band è capitanata da Ray Cappo, figura fondamentale della scena hardcore americana, membro principale degli Youth Of Today e cofondatore della Revelation Records, etichetta discografica di spicco della scena punk hardcore americana, anch’essa tutt’ora in attività. Ad aiutarlo in questo progetto musicale shelteriano c’è l’amico John Porcelly, il quale suonava con Ray negli Youth Of Today, oltre ad aver militato anche in altre hardcore band americane, persino sotto pseudonimi. Nei primi anni ’90 si parlava degli Shelter come di un gruppo rivoluzionario legato al fenomeno Krishna-core. È indiscutibile, la loro identità e “way of life” non possono essere confuse o rischiare l’ambiguità. Ai concerti usavano spessissimo vestirsi come degli Hare Krishna e non di certo per fare dello scoop o lanciare una moda. Amanti e seguaci della filosofia buddhista ed indiana, un particolare che trapela anche dai testi delle loro canzoni e dalla grafica delle copertine dei loro dischi, nonché dal logo scelto per la Equal Vision. Le tematiche trattate in Attaining The Supreme puntano il dito sull’attuale equilibrio tra uomo, società e sistema, oramai tristemente dominato dal consumismo, dall’infelice fede nel progresso e nel denaro. Sicuramente quello che dicono ha dei fondamenti di verità. Ciò vale soprattutto per coloro che aspirano ad una spiritualità ed a una crescita interiore capace di armonizzarsi con tutto quello che ci circonda. Da non sottovalutare anche l’aspetto musicale di questo disco. Le tracce di Attaining The Supreme sono ricche di cambi di ritmo, pur mantenendo una linea “emo-core” invidiabile. John Porcelly alla chitarra è capace di infliggere riff granitici tipici del genere di provenienza ed arpeggi elettrici e melodici, a volte ci sembra quasi che abbia una chitarra-sitar tra le mani. La voce di Ray Cappo è sempre in primo piano, mai usurata, mai arrogante, ma sempre decisa, schietta e chiara. Quello che gli Shelter devono dire al loro pubblico è sempre ben definito con successo. Ripeto, la loro “better way of life” è questa e non c’è spazio per le ambiguità.

La versione in CD, sempre uscita nel 1993, riporta due bonus tracks. Peccato veramente che non rispecchino gli schemi musicali del loro stile. Infatti, la prima è un canto festoso in omaggio alla divinità Krishna e l’altra una spoken track. Forse quest’ultima è a tutti gli effetti un tantino noiosa, ma provate ad abituarvi anche a questo. Dai su! Un piccolo ed ultimo sforzo mentale, un piccolo sacrificio di comprensione “I need you Shelter”.

Massimo Moretto