THE WATERBOYS
“Where The Action Is”
(Cooking Vinyl, 2019)

Non si può certo affermare che lo scozzese cantante-compositore Mike Scott sia l’ultimo arrivato (o uno degli ultimi) della scena rock internazionale, se si pensa che alcuni tra i migliori e memorabili lavori dei suoi stagionati Waterboys risalgono agli anni ’80 dello scorso secolo, due su tutti This Is The Sea (1985) e Fisherman’s Blues (1988). Ma in quegli anni e già da quei tempi i suoi songwriting/grande carisma vocale/fare rock hanno sempre trafficato più che con la new wave e il post punk, soprattutto con il folk irlandese e celtico e l’influenza di icone come Bob Dylan e Van Morrison. Con alterne vicende artistiche i suoi Waterboys sono riusciti a varcare la soglia degli anni 2000 con ottimi album (An Appointment With Mr. Yeats”, 2011, Out Of All This Blue 2015, Modern Blues, 2017), approdando a questo nuovo più che apprezzabile Where The Action Is, in cui il leader di sempre dimostra di avere ancora tante frecce al suo arco: tanto per cominciare continuando ad incantare con un poetico soul recitato, carismatico e vibrante, nei quasi dieci minuti finali di Piper At The Gates Of Dawn, che sembra un’epica traccia di qualche vecchio disco del grande Van Morrison, impreziosita da un commovente violino di sapore folk. Where The Action Is debutta con un one-two esaltante (la title track e London Mick, Jones quello dei Clash) e un rock quasi barricadero, nelle cui liriche Scott rispolvera e magnifica gli anni indimenticabili del punk inglese: si vibra! La seconda sezione del lavoro restituisce il songwriter Mike Scott più elegiaco, dai toni vocali marcatamente dylaniani, prodigo di suadenti ballate (Out Of All This Blue, Right Side Of Heartbreak/Wrong Side Of Love, In My Time On Earth, Landbroke Grove Symphony), e il vecchio innamoramento dei sensi subdolamente torna a farsi vivo. Purtroppo una successiva seconda sezione di tre brani mette a fuoco un’inspiegabile (per Scott) fame compositiva ritmica sintetica, quasi hip-hop, che alla vanifica un po’ (per fortuna) il complessivo ottimo esito del lavoro, attestante una band ed un artista ancora vivi e vegeti.

Pasquale Boffoli