VIOLENT FEMMES
“Hotel Last Resort”
(PIAS, 2019)

Ogni volta che si pensa ai Violent Femmes (Milwakeee, Wisconsin) dei vecchi Gordon Gano (composer, cantante, chitarra) e Brian Ritchie (bass guitar, chitarra, cantante) ci si ricorda delle loro origini di buskers, circostanza in cui furono scoperti e condotti alla ribalta dal fiuto di James Honeyman-Scott dei Pretenders. Secondo miracolo fu la firma per il loro primo, notevolissimo, omonimo album con la famosa etichetta punk californiana Slash Records. Era il 1983, anni appunto di grande esplosione punk in California, ma i Violent Femmes si fecero notare in questo debutto per un mood new wave completamente diverso, un mirabile equilibrio elettro-acustico umido di folk, country e influenze rock storte di band e songwriters vari della tradizione a stelle e strisce (Jonathan Richman, Modern Lovers, Lou Reed), soprattutto per quanto riguarda il carismatico, torbido e inconfondibile tiro vocale e compositivo di Gordon Gano. Almeno altri tre i loro seguenti fondamentali album: Hallowed Ground (1984), The Blind Leading The Naked (1986), 3 (1989) sempre tutti su Slash. Sorprendentemente in questa terza uscita terzo millennio la band conserva tutte le qualità e prerogative che l’hanno caratterizzata attraverso gli anni e di cui abbiamo disquisito più su: il songwriting di Gordon Gano risplende in tutto il suo lucido, ispirato e adamantino “shining” nonostante l’uomo e artista abbia 56 anni (This Free Ride, Hotel Last Resort – ospite a sorpresa Tom Verlaine – I’m Nothing, Adam Was A Man, Another Chorus, I Get What I Want). Due le cover, strane ma azzeccate: I’m Not Gonna Cry della band greca Pyx Laxe e l’inno americano God Bless America (Irving Berlin), in una rivisitazione folk-unplugged davvero indovinata. Nuova line-up e vecchie fascinazioni sonore per una grande band.

Pasquale Boffoli