NOMOTION / BLACK CORRIDA 
(Mezzago, 2 novembre 2019)

Entrando nel Bloom di Mezzago non si può far a meno di notare su una parete paragonabile ad una Wall of Fame del rock alternativo, tutti i nomi che hanno calcato il palco dello storico locale della Brianza; Gun Club, Dream Syndicate, Nirvana, Mudhoney, Kyuss, Bevis Frond tra gli oltre 3.000 concerti svoltisi dal 1987 ad oggi. L’interno dei Cameriniè poi una sorta di museo con le mura autografate dai protagonisti passati da queste parti … insomma, roba da far tremare le gambe anche all’artista più affermato. Ogni angolo trasuda musica, quella che ha scritto pagine e pagine di storia. La sera, o meglio la notte del 2 novembre in occasione della serata/evento Ex Voto sono ospiti dello staff alla cui direzione artistica c’è la promoter milanese Viola Violetta, due band di cui si dice un gran bene e che suonano un genere molto particolare tra blues, country e death-rock: i Nomotion ed i Black Corrida. I primi provengo da Udine ed alcuni componenti hanno suonato nei Calle Della Morte, gruppo che fondeva le radici nella prima scena legata al neo-folk; i secondi da Vicenza ed è proprio a loro che spetta aprire.

Sono un duo chitarra-batteria ma l’assenza di una vera e propria ritmica non si fa notare; le loro sonorità arrivano come una pallottola sparata nel cuore della notte. Il cantante-chitarrista Stefano Barcarolo è una sorta di cow-boy metropolitano del nuovo millennio, una figura sul cui atteggiamento scenico ed artistico aleggia fortemente il fantasma di Rowland S. Howard. Al pubblico presentano il loro album d’esordio intitolato Moorea; un’esibizione di circa 30 minuti dove emergono le notevoli capacità del duo. Ira The Jackal Chavez, Deadwood, Coursed e via dicendo deragliano come un treno impazzito e il parterre assume le sembianze di un vecchio saloon di Santa Fe. Finito di suonare ringrazia, alza il lembo della sua giacca e salta giù dal palco. L’immagine nel buio del Bloom mi ha ricordato la copertina di Mule Variations di Tom Waits ma con il famoso artista di Los Angeles c’è più di una similitudine.

Il cambio sul palco è piuttosto veloce ed i cinque componenti che formano i Nomotion iniziano la loro performance con una padronanza che non tarda a farsi notare. Nella setlist oltre a quasi tutto l’album Funeral Parade Of Lovers c’è spazio per alcune canzoni pubblicate nelle precedenti uscite. Con i Black Corrida sono legati da un’attitudine old bluesman ma musicalmente i due gruppi sono differenti. Nelle sonorità dei Nomotion c’è un enciclopedia di cultura americana fuori da ogni moda; le loro ballate tra country, paisley, death-rock sono travolgenti e tra la band e il pubblico si instaura immediatamente un feeling carico di entusiasmo. Sul palcoscenico c’è energia e la voce di Jonny Bergman esalta ancora di più le chitarre. Tutto il concerto fila via senza interruzione con una carica che avrebbe fatto ballare anche il più cocciuto tra gli accidiosi. Viene lanciata una rosa nera tra le facce più o meno conosciute come ending del live e ci si intrattiene per qualche attimo a parlare con le due band. Poi senza un attimo di tregua parte la serata con un cambio di mood che mantiene la positività di quanto vissuto prima.

Dicevamo all’inizio che sul palco del Bloom sono saliti (e continuano a farlo) i più grandi; Ecco, con i Nomotion ed i Black Corrida la tradizione è stata rispettata.

Luca Sponzilli

Foto di Barbara Lodi