HAUS ARAFNA
"New York Rhapsody"
(Galakthorro, 2011)

Haus ArafnaUltimo disco uscito a nome Haus Arafna, New York Rhapsody è in realtà il penultimo registrato dal duo tedesco. Composto nel Settembre del 2009, ne viene infatti ritardata l’uscita per non precedere quella dell’ultimo album “ufficiale”, You (2010), tanto atteso dopo l’album precedente, Butterfly, ormai risalente al 2003. New York Rhapsody è infatti un album atipico, nato in seguito ad un’offerta della fashion designer newyorchese Katie Gallagher di creare una soundtrack per la sua sfilata alla New York Fashion Week 2009. Offerta piuttosto inusuale, ma come hanno dichiarato gli stessi Mr. e Mrs. Arafna: “The music is an important ingredient of each show and unusual designers are interested in unusual music for their shows, of course”. Quindi soprassederei alle facili critiche e battute riguardo alla vacuità del mondo della moda ed estesamente alla musica associata ad esso. Sì, lo sanno anche i sassi quanto la moda possa essere un’area culturale votata all’apparenza, al profitto, alla cafonaggine. Ciò non toglie che anche la moda è cultura e un vestito o una collezione possono essere uno “statement” artistico. O merda pretenziosa, ma questo non accade anche per la musica? Tornando alla musica degli Haus Arafna, non mi ha stupito un loro coinvolgimento con la moda. Il duo (Karl Tochweller/Isabelle Montess) parte da un rumorismo power-electronics per affinare percussivamente il sound avendo bene in mente l’industrial classico alla SPK e quello nordico della Cold Meat Industry. Intervengono anche numerose reminiscenze da new e cold wave, già sottese nei primi grandi lavori Blut e Children Of God, quest’ultimo azzarderei capolavoro-manifesto della loro poetica. Passando per Butterfly e il side-project “light” November Novelet, ancor più wave, gli Haus Arafna definiscono un loro fantasmatico genere, denominato Angst Pop, che sottende innumerevoli suggestioni musicali e culturali, da Bataille alla Bibbia alla storia del ‘900. Sebbene quindi nei lavori precedenti non fosse esplicita, una predilezione del duo per una certa schematica e fredda eleganza nel sound era già emersa. Si possono restituire suggestioni psichiatriche o totalitarie con assalti caotici (per altro non disdegnati nemmeno qui) ma anche con la precisione del beat dato dai synth analogici e il pulsare di suoni metallici e crudi ma attentamente affinati e composti. Con New York Rhapsody questa precisione soffocante del suono è al servizio di composizioni che rimangono – intendiamoci – atonali e ansiogene ma più accessibili rispetto ai loro lavori “ufficiali” (sebbene già You o Butterfly siano più accessibili del migliore Children Of God).

L’atmosfera è cupa e dall’apertura “cold meat” di 45 Minutes In New York, si aggiungono sample e vocalizzi lamentosi (God Sows Secrets). In I Did It For You entrano le vocals distanti di Mr. Arafna, per un pezzo che poteva tranquillamente entrare in You. Più ritmo per pezzi come Heart Beats Blood Flows, poi percussioni sempre più minimal e sensuali per Desecrated e Ground Zero in cui le atmosfere si dilatano con le vocals femminili di Mrs. Arafna.

Nel complesso un disco sicuramente più noioso dei precedenti ma anche suggestivo, con più aperture dark ambient, ben poche urla (distantissime in Kalt Im Bauch). Non il loro lavoro migliore, ammirevole comunque il tentativo di restituire le atmosfere di una New York in decadenza, con cui gli Haus Arafna sono sicuramente meno a proprio agio rispetto a quelle europee in cui l’orrore e la storia sono ben più radicati ed echeggianti. Ultima nota su un layout del disco come sempre impeccabile come da tradizione Galakthorro, arricchito ovviamente da foto delle creazioni di Katie Gallagher (collezione spring/summer 2010 visibile sul sito della designer: http://www.katiegallagher.com/ss10.htm).

Alessandro Azzoni