CRAMPO EIGHTEEN
"Mother Cloud"
(Trulletto Records, 2023)

Nino Colaianni è il deus ex machina dietro il progetto Crampo Eighteen, gruppo di Bari con all’attivo un altro album autoprodotto del 2020, Mojo Bag (qui recensito dal nostro Pasquale Boffoli, con la relativa intervista). Colaianni già cofondatore degli storici That’s All Folks! band dalle sonorità psyco-stoner e in attività dagli anni ’90 fino ai 2000, sembra aver trovato nuovi stimoli e carica vitale in questo eclettico Mother Cloud uscito il 28 aprile 2023 per la Trulletto Records. Sicuramente la scelta di aprire e contaminare il proprio processo creativo con quello degli altri componenti del gruppo è un percorso rischioso e difficile, ma indubbiamente l’unico, che alla fine, rimette in ordine idee, emotività, tensione narrativa ed energia. Affidare le proprie creazioni musicali al resto del gruppo per lasciarle vivere con nuovi orizzonti e stimoli diversi è un atto di fiducia e rispetto reciproco e a nostro modesto parere un’operazione ben riuscita in questo caso. In questi ultimi anni la formazione si è cristallizzata diventando una vera e propria band che vede Nino Colaianni voce, chitarra, testi e musica, Gianluca Stero chitarra, Michele Danza basso e Vanni Sardiello alla batteria.

Sonorità cupe da veri rockers, e un sound che in alcuni momenti rimette in moto la pruriginosa grazia delle garage band di un tempo. Accenni dark, new psichedelia ed una voce a tratti spettrale che entra nelle canzoni come una lama nel burro, per poi lasciare improvvisamente il passo agli strumenti: chitarre in evidenza ed una bella sezione ritmica. Echi di Screaming Trees, Dream Syndicate, Seattle sound, mescolato e shakerato con una spruzzata di new wave. Facendo un salto temporale e geografico che scavalca lo stivale intero, ci tornano alla mente gruppi come i torinesi Sick Rose, gli eleganti Peter Sellers And The Hollywood Party di Milano e gli Allison Run originari di Brindisi, tutti appartenenti a quella cerchia vitale e spumeggiante del paisley underground, attiva prima della scena indie, esplosa negli anni ’90, con gruppi come i Marlene Kuntz. E allora buon sangue non mente, è un bel disco questo dei Crampo Eighteen, impregnato di sonorità che spaziano ed abbracciano territori musicali di ampio respiro, dove sembra ancora affacciarsi la vecchia e sana attitudine a quel punk do-it-yourself delle band storiche, che sicuramente i nostri ragazzacci conoscono alla perfezione, facendo parte di quell’ultima generazione cresciuta ascoltando e rubando i vinili dei fratelli maggiori.

Chitarre metafisiche per il brano d’apertura JC, un suono dilatato ed acido che ci accompagna in un territorio desertico, che anela la presenza di madre nuvola. E Mother Cloud la title track dell’album, arriva e si presenta in tutta la sua sfavillante carica naturale. June parte sparata, con un bel giro alla Flamin’ Groovies. No One Else dopo un intro orientaleggiante, si risolve a colpi di chitarre lisergiche. Le nostre tracce preferite del disco sono: With My Hand dove il povero Syd Barrett saltella sulla nostra testa, On My Knees e I Wanna Die in cui emerge l’attrazione per il buio e l’oscuro. Il tempo si dilata, fino a farci dimenticare ogni buon proposito, per lasciarci sprofondare nel nero dell’anima e del desiderio di morte. Anche Ocean risente ancora dello stesso oscuro mood. Mentre con Dressed In White ci si appresta ad un cambio d’abito, cucito per l’occasione, dai migliori sarti del Manchester sound. Chiude il disco Naked On The Floor una ballata tesa ed inquieta che ci lascia con la voglia di far ripartire il disco dall’inizio. Testi impregnati di spiritualità e richiami agli elementi naturali, in una sorta di neo paganesimo, che cerca consolazione e rifugio, da una società sempre più corrotta e degradata.

C’è da chiedersi se in un’Italia un po’ meno distratta o meno legata a facili successi commerciali, un disco del genere non avrebbe avuto risonanza maggiore. Nonostante la bella grafica di copertina che mostra una bionda madre terra/madre nuvola, i rimandi nei testi a “colei che laverà con la pioggia tutte le storture del nostro tempo” rimane un monito profetico e terribile se pensiamo a quanto è successo di recente.

Andrea Masiero

 

Crampo Eighteen

I Wanna Die

JC