Camaleontico come pochi il cantautore newyorkese Daniel Michael Stith, sembra sfuggire a qualsiasi catalogazione, se non quella di essere figura emblematica della nuova scena alt-yankee, di quella che si abbevera abbondantemente alla rinascita virtuale di un Barret folgorato. E a dir bene la cosa gli riesce affabilmente e questo suo nuovo lavoro – sulla distanza