SulkPoi dicono che gli anni ’90 sono morti o perlomeno non danno più cenni di vita. Secondo il quintetto di Manchester, i Sulk, sono solo chiacchiere invidiose, uno sterile battibecco di nerdy parrucconi che rodono al solo sentire questi suoni che girano, rigirano e (tri)girano pieni di vita e watt.

No Illusion è il secondo disco della band, un’ottima ondata di calori brit rock macchiati di leggero shoegazer Queen Supreme, Past Paradise, che fanno ponte tra certi Stone Roses Drifting, John Squire e – perché no – i Charlatans meno pomposi, dieci brani che stringono all’istante una confidenza con l’ascoltatore che certamente non ci si aspetta, un disco a “girotondi” che oltre a stillare emozioni mid-vintage, dà soluzioni sonore dai forti aliti echeggianti, tutto sembra suonare e stimolare da dietro una barriera temporale di vetro, ed è proprio qui che la libidine prende il sopravvento.

Dieci brani tra giungle di riff Black Infinity (Upside Down), The Only Faith Is Love, No Illusion, e psichedelie colorate Love Can’t Save You Now, Another Man Fades Dawn, una tracklist “piena” che ti aggancia lasciandoti intrappolato – di nuovo – in quegli anni ’90 ancor di più agitati e alla faccia dei nerdy chiacchieroni.

Max Sannella