NANABANG!
Il segreto meglio custodito dell’underground bresciano

I Nanabang! sono uno dei segreti meglio custoditi dell’underground bresciano, una formazione che esegue una musica dagli arrangiamenti scarni ma evocativi. Andrea Fusari (voce, chitarre, armonica) e Beppe Mondini (percussioni e tastiere) compongono brevi bozzetti sonori, quasi mai superiori ai due minuti, che si rifanno alla grande stagione del pop/rock alternativo degli anni ’80 e ’90. I due musicisti collaborano insieme anche in un altro progetto, chiamato Gurubanana. Li abbiamo incontrati e posto loro alcune domande.

Prima domanda di rito: come vi siete formati? Vi conoscevate già prima di formare la band? Quali sono state le vostre precedenti esperienze musicali?

Andrea Fusari: Beppe Mondini l’ho conosciuto nel 2008 ai tempi del primo album dei Gurubanana. Avevo un buon numero di canzoni in demo, voce, chitarra e come base ritmica avevo utilizzato dei loop di batteria. Li portai a Giovanni Ferrario (produttore e musicista bresciano di esperienza nazionale e internazionale, tra le sue collaborazioni Scisma, Morgan, Cristina Donà, Cesare Basile, PJ Harvey, Hugo Race, Rokia Traore , n.d.a) che ne curò gli arrangiamenti e aggiunse vari strumenti. Registrammo nel suo studio sotto casa, ma per un paio di brani la base ritmica era da rifare e li registrammo live con un batterista ed un bassista. Il batterista era Beppe Mondini. Il progetto nasce come collaborazione tra me (sono io il Gurubanana) e Ferrario. Quando si trattò di passare alla fase live chiamammo ancora Beppe alla batteria. Io provengo da un lunghissimo percorso precedente come cantante blues negli Impossiblues, ma ho sempre ascoltato il rock nelle sue evoluzioni dagli anni ’60 in avanti.

Beppe Mondini: Io invece ho avuto tante band di musica originale, inizialmente esplorando generi musicali più estremi come metal e noise, ma poi mi sono appassionato anche al jazz, blues e suonato per anni musica folk. I miei primi gruppi sono stati Art Disorder e Les Petit Enfants Terribles.

Siete uno dei pochi casi in cui la stessa band, incide dischi e si presenta dal vivo sotto due nomi diversi, Nanabang! e Gurubanana. È solamente un vezzo o una necessità? Nei dischi ho notato una differenza, più scarne e meno arrangiate le canzoni dei Nanabang, dall’impianto più solido e più “radiofonico” (passatemi il termine) quelle dei Gurubanana. Che ne pensate?

AF: Dopo il secondo album di Gurubanana, Karmasoda (2010) portare in giro una band è diventato sempre più difficoltoso, sia per trovare spazi, sia per impegni dei componenti. La scelta fu di lavorare in modo snello ed essenziale, per cui formammo un duo, Nanabang!, il nome è derivato anche in senso letterale da quello della band completa, unendo Nana e Bang. Quando la musica che compongo viene arrangiata diventa Gurubanana, quando rimane minimale è Nanabang. I pezzi provengono tutti dalla stessa sorgente.

BM: Con Gurubanana è divertente dover arrangiare le cose per più persone, con Nanabang è tutto talmente ridotto all’osso che dobbiamo togliere il più che possiamo. Less is more …

Nel 2019 è uscito un doppio CD a nome “Nanabang!/Gurubanana: Life Of An Ant/Ear Refill”, inciso ancora con la collaborazione di Giovanni Ferrario. Quali erano i vostri obiettivi nel fare questo disco con entrambi i gruppi? Siete soddisfatti del risultato finale?

AF: Avevo da tempo pronti dei pezzi registrati come Gurubanana, ma non riuscivo a riunire una band per eseguirli. Nel frattempo dopo due album ed un EP come Nana Bang! avevamo altri pezzi pronti per un terzo album, ma sentivamo necessitassero di un miglioramento. Giovanni Ferrario si prese a cuore tale responsabilità, suonando ed arrangiando, tagliando e cucendo i mix di quello che sarebbe diventato Life Of An Ant. A quel punto, avevo due album che suonavano simili, sembrava giusto farli uscire assieme, uno split di due band, formalmente, ma tutti scritti e cantati da me. Per l’occasione riuscimmo finalmente a riunire una band per la promozione live (tanto per aumentare la confusione: Gurubananabang!), con Ferrario al basso e tastiere e Andrea Cogno (meteor e LPETZ) alla chitarra. L’album era in uscita il 1 marzo 2020, per cui nel giro di pochi giorni il covid ha cancellato qualsiasi possibilità promozionale. Non ho idea di come e quando riuscirò a fare ascoltare quei pezzi. Una ferita profonda, mi spiace perché ci sono dei pezzi che sono felice di aver scritto ma difficilmente riuscirò a suonare dal vivo.

BM: È uscito nel momento sbagliato, avevamo fatto anche una bella band … Però alcuni pezzi li portiamo dal vivo lo stesso, io amo in particolar modo Life Of An Ant.

A cosa è dovuta la scelta di cantare in inglese e di cosa trattano i testi?

AF: I miei ascolti portano a quello. Probabilmente non ho ancora esaurito una certa insofferenza al cantautorato anni ’70, con poche eccezioni, e la mancanza di un reale linguaggio «rock» nella tradizione musicale italiana, sempre con poche eccezioni. Quello che poi succede spesso, nei casi in cui il testo prevale, porta ad una disattenzione dall’aspetto musicale. A questo va aggiunta una presa di distanza dal pontificare la propria verità, per cui l’inglese, oltre che essere necessariamente più duttile nella scelta linguistica, rende possibile venature di ironia sottostante. I testi infatti per buona parte sono punti di vista ironici, osservare microcosmi per svelare macrocosmi, spezzoni di lezione di fisica o chimica, in effetti non ho mai esplicitato il senso di molti dei testi, ma questo permette ad ogni ascoltatore con pochi elementi guida, di aprire il proprio immaginario. A che pensi quando ascolti Dylan o i Pink Floyd? Non a quello che intendono dire, ma a ciò che senti tu.

A me le canzoni dei Nanabang! ricordano l’indie pop neozelandese degli anni ’80 e ’90, band come Tall Dwarfs, Verlaines, Chills, Clean. Sono cose che avete ascoltato? Quali sono le vostre ispirazioni musicali?

AF: No mai ascoltati. Ogni tanto arrivano riferimenti ad altri, tipo Felt, idem come sopra. I miei riferimenti, per provenienza, sono i sixties inglesi ed americani. L’americana, tipo Wilco, outsiders tipo Waits, Zappa, Beefheart, Billy Childish, il gospel, la black music.

BM: Della Nuova Zelanda conosco poco, mi piacerebbe andare a farci un giro! Le mie influenze sono sempre state al di fuori dai generi. Mi piace chi mescola le carte.

Avete altri progetti musicali oltre a Nanabang! e Gurubanana?

AF: Non al momento, non più.

BM: Io collaboro con più gruppi, sempre con pezzi originali. Gli Ottone Pesante che suonano metal estremo solo con i fiati e fanno concerti in tutta Europa, o Meteor che suonano canzoni compresse e velocizzate fino a durare al massimo un minuto. Attualmente mi diverto anche con autori di musica italiana; Fabio Dondelli ex Annie Hall e Dario Don’t dei Don Turbolento che l’anno scorso è uscito con un disco molto interessante.

Andrea, tu hai fatto parte anche dei Basement3, trio che ha pubblicato l’album “Naturalismo!” da me considerato miglior disco bresciano del 2022 e uno dei migliori dischi italiani dell’anno, ancora con Giovanni Ferrario in cabina di regia. Puoi parlarcene? Come mai dopo la pubblicazione vi siete sciolti?

AF: Con i fratelli Manfredini è stata una collaborazione molto creativa ed intensa. Ci siamo conosciuti a fine 2018, abbiamo formato i Basement3, trio psichedelico senza batteria, con loro avevo una empatia particolare, molto stimolante, ho scritto molti pezzi. Si basava tutto su un equilibrio sonoro tra basso e chitarra, molto fluido. Nel 2019 è uscito Permafrost Walkers e poi il secondo, Naturalismo! ad aprile 2022. Poi improvvisamente a giugno è uscito il bassista per impegni lavoro turni e l’equilibrio è svanito. Altra ferita profonda. Altri pezzi che non potrò suonare. Un’esperienza molto bella, della cui fine ho sofferto molto.

Avete altre occupazioni per sbarcare il lunario o riuscite a vivere di musica?

AF: Io lavoro come dipendente, suono da tantissimi anni e da subito ho capito che in questo ambiente se fai solo quello fai la fame. Non ci sono strutture, riconoscimenti, possibilità.

BM: È un bel casino sbarcare il lunario, anche non essendo musicista, figurati a farlo … oltre che suonare io insegno batteria in varie scuole.

Per finire, quali sono i vostri progetti futuri e obiettivi come Nanabang! e Gurubanana?

AF: Come Nana Bang! siamo in ripresa con l’attività live, stiamo lavorando a pezzi nuovi e spero a breve registreremo. Gurubanana in stand by, per ora, in futuro quando ci sarà occasione.

BM: Cerchiamo strade nuove, sempre.

Mario Clerici

 

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