HIDDEN PLACE
"Novecento"
(Calembour, 2012)

Hidden PlacePer chi non avesse mai ascoltato nulla degli Hidden Place, cominciare a farlo con un disco come Novecento è di certo un inizio ideale. E l’etichetta indipendente che ha creduto nel progetto (non a caso diretta da Arianna, la Froxeanne dei Frozen Autumn, band torinese di punta della scena electro-wave italiana) ci ha visto bene ancora una volta! A mio giudizio, infatti, certe sonorità ottengono ancor più favore se sono supportate dalla passione della label stessa. E sono certo che la Calembour Records sa che quando un disco è bello, c’è poco da dire e tanto da ascoltare: è così che l’ultimo disco della band lucana è venuto alla luce. La maturazione artistica che gli Hidden Place hanno raggiunto con questo loro ultimo LP, di fatto, è evidente fin dal primo ascolto: l’odore delicato e piacevole del loro “suono elettrico” si percepisce presto e penetra nelle nostre “narici uditive” per rimanerci a lungo e in maniera distinguibile. Le frequenze presentate saltano subito all’orecchio per la perizia espressa dai quattro musicisti (Sara Lux – voce, Fabio Vitelli – synths e vocoder, Antonio Losenno – synths e programming, Gianpiero Di Barbaro – chitarra) che riescono a portarle al massimo del loro range e a espanderle sino a saturare ogni angolo della banda sonora. È indubbio che la band sappia utilizzare in maniera davvero egregia synth e campionamenti: la loro eclettica mistura di melodia, di electro-beats delicati ma insidiosi e di efficaci inserti cold wave di chiara matrice europea riesce a colpire nel segno, incanalandosi con stile sia in ritmi più ariosi e ballabili sia in brani maggiormente cerebrali, connotati da attitudini più sperimentali.

Dopo l’intro rappresentato da Radio Avanguardia che sembra accoglierci in una stanza scura ma confortevole, entriamo nel vivo del disco con Off And On, brano sinuoso e inquieto, marcato dall’austera cadenza del vocoder e che, forse meglio di tutti gli altri, ci ricorda i migliori Hidden dei dischi precedenti. Segue il brano Between The Devil And The Blue Sea, dal testo opacamente profondo e intenso scritto da Jean Pierre Mercier (front man degli Handful Snowdrops, band electro-alternative canadese) cui presta anche la sua voce. Nel successivo Fuochi Fatui troviamo la voce affusolata e distinta di Sara Lux (autrice del testo), così come nel consecutivo Legendary Divers troviamo quella di Froxeanne (autrice del testo), arcana e solenne, incantevole come sempre. Entrambi i brani possono essere uniti idealmente, oltre che dalle belle e quasi immateriali voci delle due cantanti, anche dall’elegante accompagnamento digitale che riesce a rilevare una diffusa aurea di pensierosa malinconia che diventa, essa stessa, volutamente, il mezzo attraverso cui meglio compiacersi dei brani. Stunning Art incarna, invece, il lato ballabile della band, traccia che insieme è dinamica, ma anche meditativa e ricorda i ritmi del miglior dancefloor d’antan. Riuscita l’idea, per la settima traccia, di disseppellire l’erotica e bella Ermione di dannunziana memoria e di esaltarla attraverso la musica proprio come il vate abruzzese fece con le parole nella sua celebre lirica “La Pioggia Nel Pineto”, immortalandola quale simbolo di quell’amore che crea un tutt’uno – anche sonoro – tra Uomo e Natura; al brano partecipa anche la chitarra di Andrew Saks (Sways), musicista dreampop californiano. Continuiamo con Scenari D’Oriente, traccia minimale ma carica di passione, in cui apprezziamo il tocco avvolgente del synth che sposa una chitarra acustica (suonata da Duccio Del Matto de La Pietra Lunare, insolito e interessante progetto folk-cantautorale, attratto dai misteri del sud dell’Italia contadino). Il CD si chiude con due loro brani mixati, United – Club Mix e Fuochi Fatui – Ambient Mix con cui la band dimostra ancora una volta il ponderato e meticoloso equilibrio sonoro di cui è capace quando si esprime in musica.

Sia per il suono, dunque, sia per le liriche Novecento è il disco che, in poco più di un anno dalla pubblicazione, ha procurato agli Hidden Place numerosi e nuovi consensi, facendoli uscire dal sottobosco italiano (in cui forse gli album precedenti, benché rilevanti da un punto di vista artistico, li avevano relegati) per allargarsi a un parterre più ampio e raffinato. Il 2014 è il decimo anno di attività per questi artisti lucani. In collaborazione con l’etichetta britannica Peripheral Minimal, è imminente l’uscita di una compilation che, già dal titolo, ne palesa i contenuti: Retrospettiva 2004-2014. Questo nuovo disco conterrà tre brani tratti da ognuno dei quattro album pubblicati dagli Hidden Place, più un remix inedito. Auguri per questa importante tappa di carriera anche dalla Redazione di Frastuoni!

Gaetano Cuomo