ADA MONTELLANICO
Featuring Giovanni Falzone
“Canto Proibito”
(Giotto/Egea Music, 2024)

Non è impresa facile scrivere dell’ultimo disco di Ada Montellanico uscito il 23 febbraio 2024 per Giotto/Egea Music dal titolo Canto Proibito. Dopo aver interpretato i testi inediti di Tenco (Danza Di Una Ninfa, 2005) e i diritti civili di Abbey Lincoln (Abbeys Road, 2017) è alla sua dodicesima uscita discografica. In questo nuovo progetto Montellanico indaga un’epoca, quella del ‘600, caratterizzato da profonde trasformazioni, creatività, grandi rivoluzioni e mutamenti, a cui si contrappongono le forze conservatrici del tempo e la Chiesa di Roma che, preoccupata dall’influsso delle riforme protestanti, si occuperà molto da vicino del mondo dello spettacolo, instaurando un vero e proprio divieto, per le donne, di calcare i palcoscenici, ammettendo invece esplicitamente i castrati. Inoltre venivano messe al bando dalle chiese, tutte “quelle musiche nelle quali, sia con l’organo che col canto, si mescola qualcosa di lascivo e impuro”. Tutto questo era in aperto contrasto con le visioni delle signorie settentrionali dalle tendenze più liberali, in particolare a Venezia, dove esplode invece la vita teatrale e trovano immediato successo musiciste come Vittoria Archilei, il soprano Adriana Basile, Leonora Baroni, Virginia Ramponi, Francesca Caccini e Barbara Strozzi.

La musica, in quel tempo, diventa per la prima volta espressione di affetti e di passioni, con l’apertura del primo teatro pubblico e l’affacciarsi delle donne sulla scena culturale, che porta a una vera e propria trasformazione di idee e costumi. Canto Proibito, il disco di Montellanico, nasce da queste suggestioni e vuole narrare questo secolo attraverso le composizioni degli autori più rappresentativi dell’epoca: Handel, Scarlatti, Caldara, Cesti, Carissimi, Cavalli e Barbara Strozzi. Canto Proibito ha, quindi, un significato profondo, è un modo per dire che “l’arte può resistere e contrapporsi alle religioni e alle ideologie che da sempre vogliono fermare la ricerca, il libero pensiero e il cammino evolutivo umano.”.

La scelta dell’ensemble musicale vede Giovanni Falzone alla tromba e arrangiamenti e firma d’autore, con Montellanico, dell’unico brano originale in scaletta che dà il titolo all’album. Filippo Vignato trombone, Jacopo Ferrazza contrabbasso, Ermanno Baron batteria. La voce di Ada Montellanico, oltre ad essere protagonista per la narrazione, assume un ruolo primario a livello “strumentale” intessendo delle trame vocali ricche e articolate che dialogano con le “voci” prodotte dagli altri strumenti. Questo disco è un’operazione riuscita perché, oltre agli arrangiamenti di Falzone che rivitalizzano i brani con un suono contemporaneo aprendo spazi per l’invenzione dei solisti, in primis il trombone di Vignato che spesso dialoga in maniera mirabile con la tromba di Falzone, tutta la funzione degli strumenti muta in continuazione, senza avere ruoli predefiniti, confondendosi l’uno nell’altro e trovando, nella voce ricca di sfumature di Ada, il perfetto alter ego che dona originalità e fascino alle composizioni musicali. Il risultato è un caldo impasto sonoro che mette in risalto ogni componente del gruppo, compresa la sezione ritmica dove spicca il basso di Ferrazza a sostenere l’esposizione del tema principale in alcuni casi, o libero di improvvisare altre volte e la batteria precisa e creativa di Ermanno Baron. Il disco si apre con l’ottima O Cessate Di Piagarmi (1638), un lamento d’amore con una forte spinta ritmica. A seguire Canto Proibito, la melodia originale di Giovanni Falzone per cui Ada ha scritto un testo che si riallaccia alle tematiche del progetto: “(…) Canto l’amore / Canto il furore / Quei sensi che alcuni sempre temono / Che abbattono prigioni / Fugano ragioni / Sedano timori”.

La tromba è protagonista con la voce, uno scambio a due continuo, tromba e canto si rincorrono, si cercano, si trovano e infine amoreggiano. Tra le composizioni che abbiamo amato di più Che Si Può Fare (1664), un’aria della celebre cantante veneziana Barbara Strozzi in cui si lamenta di una sorte sfortunata decisa dalle stelle, canta l’impossibilità dell’essere umano di comprendere e gestire le forze del cosmo immenso. La voce di Montellanico è supportata dagli ottoni che, nel tentativo disperato di consolare la donna, mettono in atto una vera e propria eco in cui si riflettono e si dissolvono le sue emozioni. Trasportati dalla magia del brano abbiamo sentito la benedizione di Chet Baker calare sulle nostre teste. Delizie Contente, Che L’Alma Beate (1649), la quarta traccia del disco, è un brano ricco di allusioni sensuali scritto da P.F. Cavalli per l’opera Giasone, un tratto, questo, che l’accomuna ai riferimenti più espliciti e osceni nell’ambito del blues e del jazz. Da sottolineare l’incedere del basso che si libera in un assolo sul finale del brano. Piangerò La Sorte Mia (1724), un brano in cui il lamento iniziale di Cleopatra, la protagonista, si scontra con sentimenti di rivalsa della seconda parte del pezzo in cui minaccia di tornare da morta a tormentare il fratello che l’aveva imprigionata.

I musicisti creano una sorta di marcia funebre del desiderio che si trasforma con un cambio repentino di tempo in una rabbiosa affermazione drammatica: “piangerò la sorte mia finché la vita in petto avrò”. Vittoria, Mio Core (1640) è un canto trionfante in cui si celebra la liberazione da un amante traditore, tromba e batteria tessono una trama in cui alternano momenti di euforia ritmica ad altri più pacati e contemplativi in cui l’energia viene compressa per lasciare spazio alla voce della cantante, felice che il suo cuore non lacrima più. Intorno All’Idol Mio (1656) è una lettura piuttosto fedele dell’originale dove viene sottolineata la linea melodica del brano. Sebben, Crudele (1710) è un brano dove irrompono battiti di mano, basso e voce a cui si aggiungono gli ottoni in un dialogo, a più voci, che si dilata per tutta la durata della composizione. Già Il Sole Dal Gange (1680) va a chiudere il disco in maniera scoppiettante con una seria di assoli che, creativamente, applicano tecniche jazz alla struttura originale del brano. Imprescindibili le note da cui attingere a supporto del disco di Francesco Martinelli, tra i più grandi studiosi di jazz in Italia oltre a essere organizzatore di concerti, giornalista, saggista, traduttore, insegnante e conferenziere.

A seguire la tracklist dei brani completa degli autori:

  1. O Cessate Di Piagarmi/Luci Ingrate (A. Scarlatti, N. Minato/G. Falzone)
  2. Canto Proibito (G. Falzone A. Montellanico)
  3. Che Si Può Fare (Barbara Strozzi)
  4. Delizie Contente/Delizie (P.F. Cavalli, G.A. Cicognini/G. Falzone)
  5. Piangerò La Sorte Mia (G.F. Handel)
  6. Vittoria, Vittoria! /Vittoria (G. Carissimi, D. Benigni/ G. Falzone)
  7. Intorno All’Idol Mio/Idol Mio (A. Cesti, G. Cicognini/G. Falzone)
  8. Sebben Crudele/Desir (A. Caldara/G. Falzone)
  9. Già Il Sole Dal Gange/Gange (A. Scarlatti/G. Falzone)

Andrea Masiero

 

Link: