KING HANNAH
“Big Swimmer”
(City Slang, 2024)

Alla fine è arrivato, il duo britannico composto da Hannah Merrick alla voce e Craig Whittle alla chitarra, realizza il secondo full-lenght. Dopo I’m Not Sorry, I Was Just Being Me del 2021, molto apprezzato da pubblico e critica, i King Hannah danno alle stampe gli 11 brani dell’album dal titolo Big Swimmer. Ciò che emerge subito al primo ascolto è che questa volta il lavoro risulta più omogeneo, più calibrato, non ci sono i tentativi di ammiccare ad altri generi, quali il trip hop, come avveniva nel precedente disco e questo è già un passo avanti.

Le sonorità rimangono rock alternative, a volte acustiche a volte elettriche, il cantato sognante ed etereo, tranne in alcuni episodi in cui la Merrick utilizza un parlato a’ la Lou Reed come nel brano New York, Let’s Do Nothing, forse il più riuscito. Il sound è fintamente lo-fi, non spinge i brani che hanno le potenzialità per emergere, basso e batteria sono così marginali da risultare soporiferi. Gli unici pochi momenti apprezzabili sono quelli in cui entra una qualche distorsione chitarristica a dare un senso ai riff, il resto è noia e depressione.

Un disco le cui canzoni sono idee allo stato embrionale, mai del tutto concluse e che lasciano sempre un senso di incompiutezza. Forse è una scelta compositiva, ma l’ossessione di girare attorno alla melodia senza mai renderla esplicita lascia sempre l’amaro in bocca. Neanche i testi, banali racconti di vita quotidiana, riescono a dare spessore al lavoro. In definitiva un lavoro scialbo, senza infamia e senza lode di cui davvero si può fare a meno.

Nino Colaianni

 

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