TETROLUGOSI
"S/T"
(Autoprodotto, 2014)

TetrolugosiImmaginario e sound gothic-sperimentale per i Tetrolugosi, band suggestiva e misteriosa che prende forma nel 2013 a Ripatransone, nelle Marche, grazie al sodalizio tra Sara Paradisi, dedita alle tastiere, ai cori e al theremin e Camillo Perazzoli, voce, basso, chitarra e tastiere. I Tetrolugosi sono arcani, evocatori di un suono che unisce gothic, wave, elettronica, sinfonia e musica antica. Fedeli al culto del gufo, come si può ben capire dall’immagine di copertina, dopo un iniziale perplessità, mi hanno intrigano non poco.

Dall’iniziale The Golden Bug, dove una voce profonda fa da sfondo ad una song intensa e suggestiva, o la successiva ed elegante The Milky Way, una wave romantica di matrice synth, melodica. La voce cambia registro con grande spontaneità, risultando un punto di forza della band. In Till We Are Buried, la timbrica di Camillo risalta ancora maggiormente, in una composizione avvincente dal sapore quasi neofolk. In Tonight The Dead Can Dance, l’elettronica fa il suo pieno ingresso nell’album, ritmo e cambi di registro compositivo creano un suono originale che ci costringe ad ulteriori ascolti, meravigliandoci. Tastaferro conferma la libertà d’espressione della band, che, pur restando in territori synth-dark oriented, libera la propria fantasia e la propria personalità nella creazione di song mai scontate, come nel “phatos dark” di There Is A Sleeping Lawyer o nella sinfonica Filthy Sinner, acuendo le nostre vibro-emotività drammatiche. Molto bene. Nero, notte, paura e mistero sono gli elementi dell’immaginario dei Tetrolugosi. Ed ecco The Vampire Bat, finalmente arriva il brivido e Sara e Camillo salgono di un gradino, e con maestria e semplicità compongono una song avvicente, dal sapore 80’s che ci emoziona. Avvincente. Le successive Satanicorgy, sigillo sonoro arcano e malefico, cosi come Sumo Restler, ninna nanna/cantilena nebulosa dove il theremin la fa da padrone, si susseguono con equilibrio. Brava Sara. Il duo ci lascia con Osanna, sperimentale e a tratti ostica, ma affascinante, che fa ben sperare sui risultati del prossimo lavoro.

I Tetrolugosi hanno qualcosa da dire, e mi incuriosiscono non poco, siceramente questa band all’inizio mi ha disorientato, sembrano prendersi molto sul serio e a volte l’esatto contrario. Eliminando qualche ripetitività compositiva e smussando qualche forzatura “vocale”, come un gufo nella notte, porteranno gli italici vampiri al centro delle loro idee compositive, che possiedono in maniera considerevole.

Marco Pantaleone