STEPHONO-ZIP
Reel To Reel Tape Recorders
(Autoprodotto, 2019)
Stefano Lazzari ha fatto una scommessa e l’ha vinta: affrontare il panorama putrescente odierno con qualcosa che possa piacere pur essendone sideralmente opposto. Il suo lavoro sofisticato è quello che serve per avvicinare molte persone (esperte di musica o meno) verso panorami oggi inusitati. Ci vuol poco perchè una campagna pubblicitaria orchestrata a dovere lo imponga nei circuiti finto sofisticati come la prossima stella della musica elettronica, ma all’autore non interessa: Stephono-Zip è, fin dal nome del progetto, un insulto irriverente alle convenzioni. E, quest’insulto, situazionisticamente potrebbe sfruttarle insultandole, con sottigliezza e garbo. L’ironia e il recupero della musica concreta dei pionieri francesi sono la chiave del progetto, il punto di partenza d’un percorso originale che sembra innovativo paragonato alla povertà della scena odierna, ma con una dose di filologia legata alla formazione classica dell’autore.
Reel To Reel Tape Recorders è così un disco d’avanguardia inciso nel 2018, avanguardia sincera ed onesta. I rimandi all’elettronica rockeggiante degli anni ’70 e quella new age degli anni ’80 sono presenti: il nostro è un estimatore dei Kluster e dei Throbbing Gristle, ma si può percepire l’influenza italica dei suoni di frontiera di Claudio Rocchi. Chiunque potrà trovare un ricordo, un accenno, un dettaglio familiare: l’uso di suoni quotidiani distorti e manipolati fisicamente (essenza della musica concreta) fanno sì che il disco sia di facile comprensione; l’ascoltatore deve lasciarsi guidare in un flusso di suoni e dimenticare la forma melodica battente della musica popolare. Lo spirito di ironica provocazione non è mai irritante: Orango Tango è infatti il brano più spiazzante per un’apertura, a base di fisarmoniche, animali registrati dal vivo ed un vago sapore di Ummagumma. Le canzoni sono una geniale mescolanza di esperienze manipolate: A’dam Mechanische Muzier è un singolare carosello distorto, Reel World è un angolo di mondo (il Madagascar) sezionato, scomposto e ricomposto a piacere dell’autore. L’avanguardia si fa affascinante suggestione psichedelica in Close The Door: il cigolio diventa unsibilante vento cosmico. L’ironia di Lazzari non è in vendita: Baby Tape – Paranoid Technical Test è un esilarante gioco inconcepibile per molti pseudo musicisti d’oggi. Il Concerto Per 2 Palloni è uno degli apici del disco: un fastidio calcolato, un clarino imparanoiato trasfigurato in vagiti animali che stride fortemente sulla coscienza.
Che dire in sintesi di Reel To Reel? Né futurista né retrofuturista, lontano dal rapido declino della synthwave, va alle origini del suono: il mondo che lo produce. Un disco metasperimentale e perciò antisperimentale, avanguardia piacevolmente in ritardo sugli sviluppi di una musica in declino che ha bisogno di una scossa tellurica che, dischi passatisti come questo riporteranno alla giusta dimensione. Non è difficile da trovare il seme comune di Adam Granduciel e Stephono-Zip. Nessun creda di ascoltare il disco al meglio tramite squallide casse di freddi calcolatori elettronici: musicassetta e nastro a bobina sono per ora i mezzi migliori. Chissà che in futuro dischi digitali e analogici non vedano la luce; c’è bisogno di sostegno, per questo.
Luca Volpe