SIOUXSIE
Il ritorno della regina dark
(Milano, Teatro Arcimboldi, 7 maggio 2023)
Il teatro Arcimboldi si tinge di nero per l’unica data italiana del ritorno sulle scene di Siouxsie (all’anagrafe Susan Janet Ballion), la più grande icona punk dark femminile degli anni ’80. Tanta l’attesa di chi non ha avuto la fortuna di vederla ai tempi d’oro con i Banshees, sciolti purtroppo nel 1995 (e riunitisi solo per qualche concerto nel 2002), o nel 2008 durante le date italiane del tour di Mantaray, suo primo ed unico album solista. Troppo poche quindi le occasioni per vederla live negli ultimi anni, dato che era scomparsa dalle scene dopo l’esibizione al festival Meltdown di Londra nel 2013, ben 10 anni fa. Biglietti esauriti nel giro di pochi minuti dalla messa in vendita, a dimostrazione di quanto la regina del dark non sia mai stata dimenticata dal suo pubblico. Peccato che la scelta della location non sia stata delle migliori, un teatro con posti a sedere non si addice ad un evento rock del genere. A questo si è aggiunto lo staff della sicurezza del teatro, un po’ troppo fiscale e rigido nel mantenere il pubblico seduto, e a vietare l’uso di cellulari per filmare e fotografare, scelta, quest’ultima, voluta dallo stesso management dell’artista.
Alle 21:15, sulle note di Carnival Of The Animals – Aquarium di Saint Saens, introduzione dello spettacolo, il sipario dell’Arcimboldi si apre tra le urla dei presenti, mostrando Siouxsie al centro del palco vestita d’argento, con un abito disegnato per lei dalla stilista e amica Pam Hogg, e le insolite sneakers firmate Alexander McQueen, che hanno preso il posto degli outfit eccentrici del passato. Il live parte con Nightshift, immancabile gemma delle scalette dei Banshees, che Siouxsie propone anche nei suoi live da solista. I ragazzi della sicurezza corrono da una parte all’altra della platea per cercare di contenere l’entusiasmo di chi non riesce proprio a rimanere seduto. Con Arabian Knights, singolo tratto dal celebre JuJu del 1981, l’atmosfera si scalda non poco. Si fa davvero fatica a rimanere fermi, la musica di Siouxsie And The Banshees ha accompagnato quasi tutta la vita di molti dei presenti, è inevitabile cantare con lei i ritornelli indelebili dei brani storici che man mano vengono sfoderati nella scaletta, da Dear Prudence, bellissima cover dei Beatles, a Christine, Cities In Dust, Face To Face (dalla colonna sonora del “Batman” di Tim Burton), la hit pop Kiss Them For Me del 1991, Happy House, Sin In My Heart, con Siouxsie che imbraccia la mitica chitarra Vox con corpo “a goccia”, e la chicca Land’s End dall’album Tinderbox. Meno interessanti, ma comunque acclamati, i brani del suo progetto solista, Here Comes That Day, Loveless, ed Into A Swan, singolo tratto da Mantaray, che ha chiuso il set.
Siouxsie dimostra di essere in gran forma nonostante i suoi 66 anni, con l’immancabile trucco da Cleopatra mai dismesso, balla, si muove da una parte all’altra del palco, ipnotizza il suo pubblico per tutta la durata dello spettacolo, scherza, accenna frasi in italiano, ma nello stesso tempo sfodera il suo classico cinismo che l’ha sempre contraddistinta negli anni, come quando all’ennesimo urlo di uno dei tanti fan in delirio, lei ha risposto “bla bla bla, shut up, don’t talk and listen”. La sua voce negli anni ha perso vigore, tanto da dover rivedere le tonalità di alcuni arrangiamenti in questo tour, ma sinceramente il punk, il post punk ed il dark ci hanno abituato anche a questo, quindi le forzature e le stonature gliele concediamo. Sul palco è supportata da un’ottima band, fedele nel riproporre i tessuti sonori non proprio semplici di Severin, Budgie, McKay, McGeoch, Smith e Carruthers. Finale con il pubblico in piedi sotto il palco sull’arpeggio di chitarra della splendida Spellbound, gran cavallo di battaglia di Siouxsie And The Banshees, sempre molto trascinante, e The Passenger, la cover di Iggy Pop magistralmente reinterpretata nel 1987 nell’album Through Lhe Looking Glass, e mai proposta live. Siouxsie inaspettatamente lascia il palco senza salutare il pubblico, omettendo altri due brani in scaletta, Peek A Boo e la storica Hong Kong Garden, lasciando tutti noi con l’amaro in bocca. Ma in fondo, è punk anche questo …
Ivan Piepoli
Foto di Ivan piepoli
Setlist: Nightshift – Arabian Nights – Dear Prudence – Christine – Cities In Dust – Face To Face – Kiss Them For Me – Happy House – Sin In My Heart – Land’s End – Here Comes That Day – Loveless – Into A Swan – Spellbound – The Passenger