Tag: Wallace

MAKHNO
"The Third Season"
(Brigadisco / Neon Paralleli / Bloody Sound Fucktory / Hysm? / Il Verso Del Cinghiale / Only Fucking Noise / Villa Inferno / Xego / Wallace, 2015)

MakhnoCi sono dei nomi che viaggiano negli anni in una sorta di dimensione parallela, insensibile alle tendenze, alle scene, estranei ai concetti di successo, declino e stasi. Nomi alimentati dal solo fuoco della passione, in essi ed in chi li segue, nomi su cui, in somma, si può fare sicuro affidamento, a prescindere da episodi felici o momenti più intelocutori. Incipit perfettamente adatto, ovviamente, al lavoro su cui spenderemo le nostre parole, lavoro dietro al quale c’è un leggendario uomo solo al comando, da più di 30 anni sulle scene, membro fondatore di band quali Tasaday, Afterhours, Six Minute War Madness, A Short Apnea, Uncode Duello. Parliamo di Paolo Cantù e del suo nuovo lavoro a nome Makhno, The Third Season. L’approccio è violento, e The Book Of The Year è il biglietto da visita; gran pezzo potente ed acido, percussioni dal sapore ferroso ed epiche declamazioni annegate in mari di feedback. Si prosegue con sonorità postindustriali ed un costante senso di angoscia epica, al centro della preparazione alla battaglia di Per Non Mai Dimenticarmi, trascinata in ettolitri di strida metallici fino alla fine, in attesa di una deflagrazione che non avverrà. L’orgia rumorista di I Dreamed I Saw Mark P Last Night vive di chitarre acide e vocalizzi infernali, mentre la voce di Federico Ciappini, gà nei Six Minute War Madness al fianco di Cantù, apporta una linea narrativa angosciante alla successiva Avevo Cose Da Dire, che procede precisa come un treno d’altri tempi, poderoso ma lento, pezzo che attacca il cervello ma finisce per agitare lo stomaco. Probabilmente l’apice del disco. Si tira un po’ il fiato, compreso l’interessante episodio di ambient noise di Nobody Knows You When You’re Down And Out, per tornare in pieno territorio acido con la fine del disco, che si chiude con la lunga jam Cerambice ancora col supporto alla voce di Ciappini.

Il disco, ma nessuno si aspettava il contrario, non è certo catalogabile come di facile ascolto, e, a parte qualche episodio più immediato, The Book Of The Year e Avevo Cose Da Dire su tutti, merita una trasposizione live ed una empatia sonora che siamo certi sarà naturale. Sperimenteremo, per ora lunga vita a Cantù!

Luigi D’Acunto

THE SHIPWRECK BAG SHOW
"Don Kixote"
(Brigadisco / Phonometak Laboratories / Wallace, 2014)

Shipwreck Bag ShowCitando Kafka: “Non vi farete alcuna immagine – …”

The Shipwreck Bag Show è il duo chitarra e batteria composto da Xabier Iriondo e Roberto Bertacchini impegnato dal 2006, data di esordio del loro omonimo mini album. Percorso che ha visto il duo sperimentare varie forme sonore. Don Kixote è l’ultimo lavoro dei Shipwreck Bag Show, album composto da 11 tracce che scorrono velocemente come un lungo urlo inverosimile, una sorta di attacco spasmodico alla giugulare, quasi a celebrare una bizzarra e schizoide trasposizione cartoonesca del celebre romanzo di Cervantes. L’eclettismo e la varietà sono da sempre state caratteristiche del duo sin dai primi lavori, mantenendo uno scheletro ritmico dei brani dove il tutto suona sporco ma smacchiabile dal controverso sound pungente easy clean, creando un bilanciamento univoco. Don Kixote è un album ossessionato prima ancora che ossessivo, un viaggio eclettico e destrutturato tra le pagine di Cervantes, un luogo non-luogo di scariche adrenaliniche, tonfi emotivi, disastri esistenziali, devastanti impeti corporali e psichici, dove solo una mente senza preconcetti ed avventurosa può immaginare di rivivere l’esperienza del folle cavaliere errante di Cervantes. È il gioco del chiaroscuro applicato all’anima che, anche nel peggiore dei casi, ha sempre obliqui bagliori che ne elogiano una grandezza magari insospettabile, mai del tutto trascurabile. Don Kixote è un album che va ascoltato con le dovute precauzioni all’uso e si raccomanda di non farne alcun abuso.

Daniele Carcavallo

HYSM?DUO
"All Impossible Worlds"
(A Shame / Dente Di Sega / Eclectic Polpo / Hysm? / Kaspar House / Lemming / Neon Paralleli / Only Fucking Noise / QSQDR / Il Verso Del Cinghiale / Wallace, 2014)

Hysm?duoNuova uscita per i pugliesi Hysm?Duo, Stefano Spataro e Jacopo Fiore, All Impossible Worlds vanta un buon numero di collaborazioni, fra cui spicca il nome di Paolo Cantù, e, fra tanti, il logo Wallace in copertina. Considerando la loro missione, “Experimental improvisation” abbiamo pochi dubbi sul sound che ci aspetta. Batteria asciutta, basso sempre presente, chitarre distorte e un’attitudine fuzz che fanno da tappeto a divagazioni psichedeliche vagamente oniriche, dando spazio anche piacevoli sorprese. Seguiteci!

Si comincia con Leviathan Vs Predator, classica jam di matrice space rock con ritmi tribali annegati in un magma di effetti addolciti da fraseggi di synth e cori mistici. First And Second Hypothesis è un tripudio di sperimentazioni, mette assieme un cantato sguaiato ed efficace a colate di riff e variazioni ritmiche, ci fa assistere ad irruzioni di filtri ed onde sonore violentate, seguiti da ritorni alla quiete disturbati da dissonanze per poi rideflagrare nelle sguaiatezze iniziali con massima naturalezza. Il controtempo declamato di Green Flesh introduce le innumerevoli cavalcate di chitarre dai mille suoni, un pezzo che in realtà racchiude tantissime idee per altrettanti sviluppi, una possibile bomba live da spremere all’infinito, da prolungare fino al sorgere dei primi raggi di sole. I Want To Hug Everything, pur vantando lo stesso eclettismo degli altri pezzi, è il brano più compiuto dell’album, gli inserti di sax si innestano splendidamente in un tessuto sonoro avant rock che funziona benissimo con semplici riff accattivanti e ritmo sostenuto, in fondo esattamente ciò che basta per suonare grandi pezzi. Desires And Choice vanta chitarre stoner sul solito gran battitto tribale fino ad un cantato urlato che lascia il passo ad una chitarra pigolante e sinistramente rassicurante, sapienti controtempi trascinano il pezzo fino alla fine e preparano il gran finale di Death And Dreamsche dopo un ponte fuzz introduce un canto trasfigurato ed una coda in cui un sax acido prende possesso della scena e demolisce ogni tentativo di ordine esecutivo fino alla conquista del silenzio.

All Impossible Worlds è un album estremamente godibile, come ogni lavoro improntato su un’attitudine impro, colpisce più per le idee e i suoni che per la compiutezza dei brani e lascia una profonda curiosità per la trasposizione live. Crediamo che proprio sul palco, con dei tempi dilatabili a piacere a seconda dell’ispirazione del momento, il lavoro possa funzionare perfettamente, per cui segniamo e facciamo segnare subito Hyms?Duo nella lista dei live da cercare. Fidatevi, siamo sicuri che nel buio di una sala si godrà ancora di più.

Luig D’Acunto