YVETTE
"Process"
(Godmode, 2014)

YvetteLa nota biografica dice: Noah Kardos-Fein e Dale Eisinger, in arte Yvette, neo-sciamani dell’avant garde noise newyorkese, parte della famiglia Godmode Records, attivi da 5 anni e con alle spalle la pubblicazione di un solo EP nel 2010. Agli inizi della sua attività Yvette mostra evidenti influenze electro-noise (alla Health). Process è l’album d’esordio, che invece attinge ampiamente da tre decadi di industrial noise e ribellione punk e prende spunto, tra innumerevoli altri, anche da artisti come This Heat e Throbbing Gristle. Senza però voler scomodare nessuno, Yvette viene qui tirata in ballo a causa di questa sua proposta di forte impatto, ma soprattutto per una certa “accessibilità”, risultato del gioco con generi spesso induriti come noise, industrial e art-punk.

Il disco richiede immersione totale nell’ascolto, non solo per poterne scoprire la struttura complessa, ma per apprezzare la meticolosità con cui ogni suono è collocato al punto giusto: dighe di rullanti, canto monocorde, lastre di metallo, ingranaggi, coltelli affilati, rifiuti di una fabbrica in disuso, nulla è fuori posto, una perfezione che a tratti potrebbe risultare arrogante, come l’altissima qualità della produzione. Martellanti, taglienti e strepitanti dunque, ma con metodo marziale: le tracce si susseguono, una più stroboscopica dell’altra, il concetto di canzone è interrotto continuamente da feedback, da onde d’urto di riverbero, scosse e calpestii tribali; le livide superfici art-punk si spaccano sotto i colpi del rumore bianco. La canzone non sarà più la stessa, nutrendosi via via delle evoluzioni che Yvette mette in atto. La musica è fisica: ci si trova in uno stato di perenne allarme rosso (come in Cuts Me In Half), ed è un’iperattività che paralizza. Gli Yvette sono due, lo dice la nota biografica, ma è come se fossero un’armata. Bisogna ammettere che Process non cambierà il mondo, ma è caldamente consigliato a chi prova piacere nel sentire lo shock tra alti e bassi, come sulle montagne russe, con il cuore che palpita tra picchi di adrenalina e gole di calma apparente. Sconsigliato a chi soffre di vertigini.

Claudia Zitarosa