LE COSE BIANCHE
"Born"
(Old Europa Cafe, 2015)

Le Cose Bianche35 minuti e 21 secondi bastano affinché il nostro udito venga scosso e la nostra coscienza lacerata dalle estremità ultrasoniche dell’aretino Giovanni Mori e dai suoi spietati compagni d’avventura. Le Cose Bianche, con questo ennesimo “manifesto”, sembrano terminare concettualmente il filo conduttore partito con lo sconcertante Pornography Should Not Be An Illusion e proseguito con la tape Aesthetic Of A Good Pornographer. La pornografia è da sempre tema quindi caro a Mori, ma, ad un’attenta riflessione sul passato, lo è a molti degli sperimentatori della scena industrial/power electronics, a partire dai Nurse With Wound e dai Throbbing Gristle, passando per i Whitehouse, fino ai Coil, solo per citarne alcuni. Una propulsione analogica, costante e organizzata, di temi al limite, si alterna in questa ultima produzione che conferma Le Cose Bianche indiscutibile punto di riferimento di tutta la scena power electronics nostrana. Un momento d’intensa ispirazione per un lavoro meditato, dove confluiscono magistralmente artisti del calibro di Maurizio Bianchi con la controversa Sul Principio Sadico Di Piacere, Eraldo Bernocchi e Paolo Bandera, ispiratissimo in Riduzione Delle Membra A Steppa, Emidio Clementi dei Massimo Volume con la sperimentale Autofocus, i grandiosi Iugula-Thor con la super-rumorista Through Your Teeth, fino ad arrivare a Evitaxal con Animus Complex e Caligula 031 con Il Predominio Della Mente Sul Corpo, per poi terminare con il bravissimo Richard Ramirez e la sua Guts Magazines. A Mori spettano il principio e la fine di questo album con le rumoristiche Pornografia Ultimo Atto e The Death Of Italian Pornography. Tutti nomi di primo piano della sempre fervente scena noise/industrial italiana, e tutti alle prese con sperimentazioni sonore mai scontate, che lasciano l’ascoltatore catarticamente ipnotizzato in uno stato di tensione continua. Con questi “guerrieri” la ricerca del suono si fa oltraggio sensoriale e configura Le Cose Bianche come collettivo art-terrorista originale e ispirato che, scavando nell’anima, arriva all’essenza del “tema”. Born, o forse Porn? Pornografia senza dubbio … illusione o no che sia è parte integrante della nostra vita e nessuno può evitarla né privarcene. Nove tracce impegnative che, scarnificando il nostro guscio, portano alla luce analogiche sinfonie del piacere fisico, aiutandoci a superare le nostre paure indotte dalle regole della società; ecco il perché di un suono devastante e dissonante che devia i nostri sensi rivelando desideri nascosti. Surrealismo testuale, frequenze “industrial”, voci corrosive, “harsh-nois”” contaminato, urla elettroniche, synth-cacofonie, tappeti metallici, vibrazioni “weird”, forze analogiche ultrasensoriali, confluiscono senza pietà in una “composizione” affascinante, portavoce di un suono diretto e brillantemente alienante dalla potenza corrosiva indiscutibile. Non mi resta che confermare: “Obscenity is a cleansing process, whereas pornography only adds to the murk”. (Henry Miller)

Marco Pantaleone