SENTIMENTAL MACHINES
"Less"
(Dronarivm, 2014)

Sentimental MachinesLess, questo il titolo del lavoro edito per l’ormai consolidata etichetta russa Dronarivm, che licenzia (anche) questo interessantissimo dischetto a firma Sentimental Machines, al secolo Attilio Novellino e Saverio Rosi, ricercatori sonori, sperimentatori nel campo della musica elettroacustica (e non solo!) made in Italy. Sei brani per un totale di circa 25 minuti di (bella) musica vanno a comporre il cofanetto in questione, curatissimo, e affascinante come Dronarivm ci ha ben abituati. I territori sono quelli della musica elettroacustica, dell’ambient più rarefatto, dove le soundscape sognanti e delicate, i rumorismi, mai invasivi, ma sempre eleganti e raffinati, incontrano il pianoforte disegnando un paesaggio estatico e avvolgente. Don’t You Feel Ashame” apre il disco con una composizione per piano e glitch, fornendo il giusto incipit per la successiva Farewell March, dove le soundscape avvolgenti la fanno da padrone per sette minuti scarsi di pura estasi sonora e sensoriale. Torna il piano nella terza composizione dal titolo The Shining Ground, questa volta accompagnato da field recordings vari (strumenti meccanici, rumori di acqua e dalla natura in senso più ampio), che fornisce ancora lo slancio per il quarto brano. Dogma – Homage To Arvo Pärt si racconta già perfettamente grazie al suo (sotto)titolo. Ancora una volta le soundscape, i field, il noise delicatissimo si incrociano e si mescolano in una sorta di danza in slow-motion che catapulta l’ascoltatore fuori dal tempo. Forse la traccia più interessante dell’intero lavoro, davvero notevole. Seguono a ruota le ultime due composizioni, Roomlets In Beaten Streets dove il piano(?) reverberato assurge a un ruolo ritmico come a scandire il tempo, per i field, che stavolta ricoprono un ruolo di maggiore importanza rispetto alle precedenti composizioni, mentre un tappeto distorto sembra voler emergere, senza per la verità mai riuscirvi, dalla coltre sonora, lasciando spazio alla conclusiva Blinde Swipes. Qui il piano si asciuga (parzialmente) dai reverberi dell’estratto precedente, pur mantenendo un ruolo ritmico, questa volta incastrandosi con i rumori e i field presenti. Un “discreto” tappeto rumoristico accompagna il piano in chiusura, nelle sue ultime pulsioni. Un lavoro breve ma intenso, dalla fortissima connotazione emotiva quello dei Sentimental Machines che lascia il segno e si fa apprezzare per la ricercatezza nelle dinamiche e negli equilibri che pervadono l’intero l’album. Ottima prova, quindi, che fa sperare (molto) bene per il futuro!

Anacleto Vitolo