Ci si aspettava la classica “rinascita dietro l’angolo”, ma bisogna abbassare di molto le aspettative per questo Chaosmosis dei Primal Scream, occorre salutarlo con l’enfasi mogia della – e diciamocelo – delusione che colpisce ancor di più perché ci viene fornita da una della band seminali dell’alt rock internazionale.
Bobby Gillespie & soci sembrano essere al capolinea, uno scompenso discografico che a suon di synth, pop dance e qualche miagolamento vocale femminile, le Haim, Rachel Zeffira delle Cat’s Eyes e Sky Ferreira, non rende giustizia ad un passato artistico tutto sommato con gli alamari degli ottimi “strike”, una tracklist corrosa dal niente e che dopo ripetuti “riproviamoci e sentiamo che succede” ci si arrende clamorosamente e con un qualcosa in gola che non va giù o su.
Tracce anonime, brani che la band scozzese cerca di stilare come una novità di cui eccitarsi, ma che nascondono invero un vuoto creativo “riempiticcio” come a dire al mondo che si è ancora in questa esistenza musicale. Tolto il meticciato alla Kula Shaker Trippin’ On Your Love e il ritorno di fiamma dei bei tempi 100% Or Nothing, Golden Rope il restante è impossessato di inutilità spiazzante. Della serie: “Aridatece i Primal Scream d’una volta!”.
Max Sannella