WREKMEISTER HARMONIES
(Avellino, 15 maggio 2016)

Wrekmeister Harmonies 1La Wrekmeister Harmonies è un collettivo di musica sperimentale fondato da J.R. Robinson, musicista e compositore americano. Sin dalle origini, Robinson si avvale della collaborazione degli artisti più disparati, soprattutto della scena metal, per dar vita ad un sound molto personale, un ibrido tra doom e drone, capace di scuotere l’anima. Il suo ultimo lavoro, Night of Your Ascension, rilasciato nel 2015, è stato ispirato da Ahi, Dispietata E Cruda, madrigale dai contorni spettrali, composto da Don Carlo Gesualdo, compositore meridionale, principe, e figura storica della provincia di Avellino. E quale posto migliore, per assistere dal vivo alla performance dell’ensemble, se non il capoluogo irpino? Come spesso accade, ad ospitare l’evento è il Godot Art Bistrot che, ormai, ha abituato fin troppo bene gli appassionati della zona, e non solo.

Wrekmeister Harmonies 2Cinquanta minuti di grande musica e, aggiungerei, anche di grande cultura, come da tradizione della band. L’inizio è lento, pesante: l’ambient assume dei contorni evocativi. All’elettronica, si aggiungono la chitarra oscura di J.R. e il suono, quanto mai appropriato, del violino di Esther Shaw che, anche grazie alla sua voce, accompagnano l’ascoltatore per un sentiero di stati d’animo contraddittori, avvolti da una fitta coltre di nebbia. Con il passare dei minuti, la potenza va aumentando a dismisura. Entrano in scena basso e batteria, la chitarra di J.R. Robinson si irrobustisce, il violino viene accantonato per lasciar spazio al suono freddo del sintetizzatore. È la classica parte centrale delle opere della Wrekmeister Harmonies, quella dell’orrore e della catarsi, in cui tutte le percezioni vengono amplificate al massimo. Il canto, quasi soffocato, sembra provenire da entità incorporee, enfatizzando questo stato di mistero e paura; la batteria e le linee di basso chiedono spazio con foga e prepotenza: è l’elogio del sovrannaturale. Il finale si assesta su ritmiche meno forti, ma pur sempre pesanti ed oscure, quelle tipiche del doom: è la fase della redenzione, che ci troviate pace o inquietudine, poco importa. La Wrekmeister Harmonies rende in maniera ottimale su disco, figuriamoci dal vivo, soprattutto se si tengono conto delle location utilizzate. Vecchie chiese, cimiteri e quanto di più gotico si possa trovare in circolazione: immaginate cosa ne possa venir fuori. Noi ci accontentiamo del Godot, ringraziando Luca e Bianca per l’ennesimo, grande concerto.

Gerry D’Amato