BE FOREST
“Knocturne”
(We Were Never Being Boring, 2019)

Tornano gli straordinari Be Forest (Costanza Delle Rose, voce e basso; Erica Terenzi, voce e batterie, Eminent; Nicola Lampredi, chitarra) con un nuovo lavoro, visionario e decadente, intriso di uno spleenmood di una bellezza disarmante. A ben cinque anni di distanza dal precedente Earthbeat, il trio pesarese decide di confermare un suono in cui lo shoegaze intimista confluisce con la darkwave più cupa, schiudendo un universo di emozioni incontrollabile.

L’intro strumentale Atto I invita ad entrare di colpo in un labirinto di oscuri presagi. Empty Space inizia lentamente sognante, in classico stile Cocteau Twins anni ’80, per poi sprofondare in un’atmosfera claustrofobica che celebra una realtà senza alcuna speranza, ma di incredibile fascino. In Gemini si ritrovano i suoni classici del dream-pop e dello shoegaze, ma con un’energia vibrante assolutamente unica e personale, i suoni ci avvolgono e ci catturano come in una trappola mortale senza vie d’uscita. K riaggiorna il suono dei primi gloriosi Dead Can Dance,  caratterizzato da un giro armonico epico e profondo, nel quale immergersi è fonte di un piacere intimo e seducente. Sigrido unisce, con suoni rarefatti e sincopatici, il basso alla “Simon Gallup” e la voce eterea di Costanza, qui perfetta musa incantatrice, creando arabeschi emozionali allo zenit. Atto II è un brano strumentale con un taglio più “noise” e batteria cadenzata, ponte che porta alla meravigliosa Bengala, una delle composizioni più riuscite, un riff di chitarra che avvolge la voce femminile con un’intensità emotiva da incantesimo (“I’m waiting myself hidden somewhere in my heart / I’m waiting mercy and decline, that’s all we will find”). Con Fragment si apprezza la qualità di un suono personale e ricercato, ma anche estremamente curato nei dettagli, un’altra perla. I 29 minuti di Knocturne si chiudono con You, Nothing, forse la traccia più melodica dell’album, equilibrio perfetto che ci riporta alla mente i grandi Cranes.

Prodotto da Steve Scanu insieme ai Be Forest, Knocturne è stato registrato e mixato da Steve Scanu e masterizzato da Josh Bonati. Bellissima anche la veste grafica di Luca Sorbini. Melodie dreamy, delay e riverberi mai così precisi, il risultato è un suono complessivamente “dark”, capace di portare l’ascoltate in una dimensione altra, lontana e indefinita. Non è un caso che la  formazione marchigiana sia uno dei prodotti di esportazione di maggior successo degli ultimi anni. Con questo album i Be Forest segnano un passo importante nella loro discografia, tracciando un percorso evocativo tra sogno e incubo di rara bellezza compositiva. Un punto di non ritorno che lascia il segno.

Che la catarsi notturna abbia inizio!

Alessandro Gobbi