TEST DEPT.
“Disturbance”
(2019, One Little Indian)

Assenti su disco dal 1998 (Tactics For Evolution) tornano in scena i londinesi Test Department meglio conosciuti sotto la sigla Test Dept. con un nuovo album intitolato Disturbance pubblicato come il precente dalla One Little Indian Records. Pionieri della scena Industrial che legava rumorismo e ritmi tribali e dove l’utilizzo delle percussioni risultava essere l’elemento predominante, l’ensemble rimasto immutata nella line-up originaria reinventa con questo nuovo albo il concetto di post-industrial. L’elettronica quasi danzereccia delle loro ultime uscite viene abbandonata a favore di una tecnica che fonde in un mantra musicale/cerebrale ritmi primordiali, ebm, ambient e loop. Il lavoro è formato da una sequenza di otto momenti intervallati da brani-interludio (Debris, Gatekeeper) dove ben poco o nulla è lasciato all’estemporaneità e al caso; la linea da il senso di suite, cosa non nuova al loro modo di comporre e nota ai seguaci del gruppo. L’intro apocalittico di Speak Truth To Power apre ai ritmi incalzanti di Landlord; il suono è martellante così come in Full Spectrum Dominance ed in Information Scare. I Test Dept. dimostrano di essere andati avanti e Disturbance è qualcosa di completamente nuovo o diverso da quanto proposto dai gruppi appartenenti alla scena; il paesaggio disegnato è grigio, cupo … un box senza via d’uscita; sembra di essere in un vicolo cieco e questo da un senso di claustrofobia. La voce narrante di GBH84 fa da preludio alla chiusura (Two Flames Burn) … quanto ai testi le tematiche socio-political hanno un forte legame con il passato e per alcuni aspetti non è affatto azzardato un paragone con il loro capolavoro The Unacceptable Face Of Freedom. Potremmo definirlo un disco di rottura e nello stesso tempo di continuità o continuazione ma sicuramente riuscitissimo ed ascoltabile due/tre volte di fila senza che si venga colti dalla nausea. Un graditissimo ritorno degno del loro indiscusso background.

Luca Sponzilli