ELVIS COSTELLO & THE IMPOSTERS
"The Boy Named If"
(Capitol/EMI, 2022)

Dopo un album complesso e articolato come Hey Clockface (2020) e Spanish Model (2021), bizzarra rivisitazione spagnola del suo vecchio album del 1978 This Year’s Model (capolavoro pop uscito in piena esplosione british punk) Elvis Costello, artista eclettico per antonomasia rinomato per le sue variegate e alterne fasi musicali, inaugura il 2022 con un ennesimo imprevedibile colpo di coda. Questa volta con The Boy Named If ritorna parzialmente al suo vecchio ovile musicale fine anni ’70, ricongiungendosi agli Imposters, la band con cui aveva già inciso 4 album della sua nutritissima discografia anni 2000. Gli Imposters: stessa line-up (meno il bassista) anche in questo nuovo The Boy Named If dei mitici Attractions – in primis Steve Nieve, geniale tastierista e compositore – backing band di Costello in tantissimi versatili dischi anni ’70, ’80 e ’90, primi tra tutti (oltre il già citato This Year’s Model) grandi lavori di ispirato pub/pop/soul rock come Armed Forces (1979) e Get Happy!! (1980).

Si parte al fulmicotone con una anfetaminica Farewell, OK: è quasi uno shock, sembra davvero che non siano mai passati 45 anni da quel debutto intitolato My Aim Is True (1977) che aveva curiosamente rivelato al mondo in piena epifania punk un dinoccolato rocker serialmente occhialuto, dal look a metà strada tra un quasi sosia di Buddy Holly ed un anonimo triste impiegato di banca o delle poste britanniche. Come Costello provenivano dai localacci e dalle fumose e “birrose” atmosfere del pub rock (che aveva preceduto di qualche anno il boom del punk inglese) altri talentuosissimi musicisti malati di soul, reggae e R&B come Graham Parker prima di tutti, di pop come Nick Lowe, di pop punk come Joe Jackson, ed una macchietta claudicante e genialoide dei bassifondi, tale Ian Dury.

Si risale sulla macchina del tempo che in Farewell, OK riporta indietro di 45 anni anche in episodi pimpanti e fragranti di vitalità come Mistook Me For A Friend, Penelope Halfpenny e il quasi ska di The Difference, con gli Imposters backing band che gira a mille. Ma il viaggio temporale a ritroso che tanto ci appassiona ed esalta nei brani suddetti, e che ci eravamo illusi durasse tutto The Boy Named If, finisce qui perché nel resto del disco si tocca tangibilmente con mano per un’ennesima volta l’incredibile maturità e varietà compositiva e creativa che Elvis Costello ha raggiunto dopo quasi 40 lavori in studio (in quasi mezzo secolo) che si sono confrontati con i generi musicali più disparati, dal pop al country, al soul, al R&B, dalla musica classica al songwriting di grandi maestri del ventesimo secolo, dalle soundtrack alla musica da camera. Un’ecletticità artistica che lascia a bocca aperta e che si può ritrovare in terre anglosassoni solo nel coevo altrettanto monumentale Joe Jackson.

Elvis Costello live, foto di Jim Dyson/Getty Images

Nel ricco carnet di The Boy Named If quindi languide ballate come Mr. Crescent, Paint The Red Rose Blue, marchiate a fuoco da un intenso pathos costelliano interpretativo noto da sempre, ma con i suoi 68 anni approdato a picchi commoventi. Poi una sorta di valzer storto come What If I Can’t Give You Anything But Love?, parafrasi nel titolo di un notissimo standard jazz, l’energico mid-tempo martellante Magnificent Hurt con in evidenza l’organetto farfisa anni ’60 del fedelissimo partner Steve Nieve a far rituffare le sinapsi in un venerato passato (almeno per gli over 60!), The Man You Love To Hate dai toni quasi cabarettistici e circensi. My Most Beautiful Mistake ospita un piacevole duetto con Nicole Atkins e tutto quello che rimane (The Death Of Magic Thinking, la swingata Trick Out The Truth, la title-track The Boy Named If) è all’insegna di un songwriting moderno sofisticato ma immediato, che non permette di tediarsi grazie a sviluppi melodici imprevedibili, mai scontati.

Ascoltare questo nuovo disco di Elvis Costello è come entrare in un vecchio luna park e rimanere stupefatti davanti ad attrazioni che nulla di nuovo offrono ma riescono ugualmente a lasciare a bocca aperta il bimbo che è sempre in noi anche se diversamente giovani.

Pasquale Boffoli

Mr. Crescent

Farewell, OK

Sito ufficiale: https://www.elviscostello.com

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