LOOP
"Sonancy"
(Cooking Vinyl, 2022)

I Loop sono tornati, a 32 anni di distanza dall’ultimo album in studio, la storica formazione londinese pubblica un nuovo disco. Sonancy è uscito l’11 marzo 2022 su Cooking Vinyl, etichetta per la quale la band aveva firmato circa un anno fa. Della formazione originale è rimasto solo Robert Hampson che ha iniziato a lavorare all’album dopo la recente pubblicazione dell’EP Array. Il titolo Sonancy deriva dal latino “fare rumore” quasi a sottolineare la natura più post-punk del lavoro prodotto. Infatti i brani che lo compongono suonano più diretti e moderni di quelli a cui i Loop ci avevano abituati. Rimane però indelebile il marchio di fabbrica della band e cioè quella ripetitività ossessiva ed acida che negli anni ’90 le permise di acquisire schiere di fan nel circuito underground europeo. I riff di chitarra e i pattern di batteria sono energici e martellanti come nel passato ma meno magnetici e sognanti. Nell’insieme i brani risultano meno dilatati nello spazio, più ansiogeni, quasi come una locomotiva spinta da una forza sconosciuta su binari infiniti, una sorta di Snowpiercer musicale che trasporta una umanità sull’orlo dell’apocalisse, anche i titoli delle tracce, tutti in latino, sottintendono questo aspetto.

La prima traccia è Interference con una chitarra quasi industrial su un tappeto di impulsi noise che sembrano provenire da un cosmo lontano. Nella successiva Eolian le distorsioni sono ancora acide, la ritmica più tribale e il cantato mancuniano. Segue Supra in cui il treno sembra leggermente rallentare, si quietano appena le chitarre, quanto basta per permettere alle ritmiche di dilatarsi ma rimanendo sostenute. Con Isochrone ancora il tema dello spazio-tempo, ancora un intro dal sound meccanico che ricorda un orologio, i ritmi di nuovo primitivi, le chitarre più diluite, la voce sciamanica, il brano appare come un preghiera rivolta ad un dio alieno, ad un entità sconosciuta, l’unica che potrebbe salvare l’umanità dalla catastrofe. Con Halo, dal basso martellante, il treno riparte a velocità supersonica percorrendo abissi ghiacciati, illuminati da riverberi di luce, qui le chitarre e la voce ci riportano echi di Young Gods. Fermion, traccia dal riff granitico, quasi stoner, si chiede che strada l’umanità deciderà di seguire. Con Penumbra II ecco che il tormento si placa, riposiamo su lidi tranquilli in attesa che il viaggio riprenda, ma l’ansia per il futuro rimane e sono i tamburi in lontananza a ricordarcelo.

Nell’insieme il disco suona fresco e attuale, granitico e senza fronzoli, non c’è un lick o un assolo di chitarra manco a pagarli. La formula è collaudata e da lì i Loop non si smuovono.

Nino Colaianni

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Halo

Interference