THE SMILE
"A Light For Attracting Attention"
(XL Records, 2022)

Gli Smile si presentano sul mercato come il nuovo ed ennesimo progetto parallelo dei Radiohead. Il progetto nasce durante il periodo della pandemia, momento in cui la mente vulcanica di Thom Yorke non riesce a fermarsi neanche di fronte a vari lockdown e notizie poco rassicuranti provenienti da tutto il mondo. Ed è così che Yorke si ritrova a sperimentare in sala prove con un altro dei membri più eclettici dei Radiohead, Johnny Greenwood, e con il batterista Tom Skinner, già attivo negli ottimi Sons Of Kemet. Dietro le quinte, a muovere i fili dei suoni, e a dare un grosso contributo anche alla stesura dei brani, c’è un “certo” Nigel Godrich, non solo produttore dei Radiohead, ma anche anima portante di tutte le creature di Thom Yorke. Dopo un bel po’ di materiale “teaser” lanciato dalla band sui canali social, i live tenutisi tra il 2021 e l’inizio del 2022 (l’evento online Glastonbury at Worthy Farm e le tre incredibili esibizioni al Magazine di Londra), e una serie di singoli rilasciati sulle piattaforme digitali, gli Smile, nel maggio del 2022, pubblicano il loro attesissimo primo album, A Light For Attracting Attention.

Già dalla veste grafica il richiamo ai Radiohead è netto, così come la sensazione che si prova dopo il primo ascolto. A differenza degli altri side project, questo indubbiamente è quello che più si avvicina come sonorità alla band dell’Oxfordshire, anche se più diretto e privo di sperimentalismi. Yorke e Greenwood tornano alla forma chitarra, basso, batteria, proponendo una serie di ballate essenziali, molto riuscite ma non sempre “facili”. Il disco parte con l’ipnotica The Same, brano per synth e voce, ma è con la seconda traccia, The Opposite, che gli Smile ci mostrano quale sarà il mood dell’opera, proponendo un incredibile groove dove l’accattivante ritmica di Skinner si intreccia alla perfezione con il basso e la chitarra, strumenti sapientemente processati in pieno stile Yorke/Greenwood. In You Will Never Work In Television Again, uno dei singoli dell’album, Thom Yorke cita il famoso “editto bulgaro” con il quale nel 2002 l’allora presidente del consiglio italiano, Silvio Berlusconi, vietò a Luttazzi, Santoro e Biagi di apparire in RAI, temi politici che verranno affrontati anche in A Hairdryer.

Pana-vision sembra un’outtake della soundtrack che Yorke scrisse per il remake di Suspiria diretto da Guadagnino, dove voce e pianoforte regalano al brano un’atmosfera molto affascinante. Ancora un ottimo groove di basso e batteria sottolineano l’incalzare di The Smoke, seguita dalle splendide sonorità di Speech Bubbles dettate dal dialogo perfetto tra l’arpeggio “jazzy” di chitarra, gli archi e la ritmica morbida di Tom Skinner. È il momento del singolo Thin Thing, un brano che sembra venir fuori da una session dei Radiohead, così come Open The Floodgates e Free In The Knowledge, a nostro parere la ballata più bella del disco. Qui si sente il Thom Yorke caro al grande pubblico, il “maestro” di brani memorabili come Exit Music e Karma Police. Chiudono il disco l’essenzialità di Waving A White Flag, con arpeggi di synth e chitarra che girano attorno ad un unico accordo, la tirata We Don’t Know When Tomorrow Brings, tra kraut rock e post punk, e Skrting On The Surface, degno sigillo ad un album bellissimo, forse il più bello di questo 2022.

Ivan Piepoli

 

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The Opposite