Con piacere mi imbatto nel secondo full-lenght partorito da questa oscura band fiorentina, mirabilmente riscoperta dalla “storica” label genovese Black Widow. Formatisi nell’ormai lontano 1964, incisero dopo un paio di anni ben quattro 45 giri di stampo beat come Gli Spettri, passando attraverso vari cambi di formazione e all’alba dei seventies, oltre a disfarsi nel
I magici anni ’70 nella nostra penisola (e non solo) segnarono l’apogeo di un rigoglioso fermento artistico-culturale. La città di Genova allora rappresentava musicalmente senza dubbio uno degli spaccati nostrani più fertili, non solo in ambito cantautoriale (“Faber” De Andrè e Lauzi, senza dimenticare precedentemente il grande Luigi Tenco) ma in prevalenza relativamente al filone
L’avvento della “giostra sonora” Merry Go Round (il nome della band tradotto dall’inglese in italiano significa per l’appunto “giostra” e la copertina stessa di questo full length d’esordio è costituita da un dipinto raffigurante una giostra, “immersa” in un climax visivo dalle sfumature fosche, fascinose e semi trasfigurate) pur avendo avuto il proprio start musicale
L’album dei Blue Dawn, seconda opera della band italiana, ha una struttura musicale solida e compatta. Basso e batteria sono una sola cosa come ben si sente in Cycle Of Pain, pezzo da cui prende nome il disco. Proprio da questi due elementi nasce la band, che vedrà nel corso del 2009 l’aggiunta della voce
Seconda uscita discografica per i Witchfield. Dopo Sleepless, la band di Thomas “Hand” Chaste, ex-batterista degli storici Death SS, dà alla luce, per la Black Widow, Sabbatai Zevi. Esempio perfetto del doom più classico, non senza qualche sfumatura progressive, l’album è ispirato all’omonima figura di Sabbatai Zevi, mistico del XVII secolo, fondatore del sabbatianesimo, nonché
Sembra paradossale, eppure i versi di William Blake, uno degli artisti più influenti degli ultimi duecentocinquant’anni, sono “il corpus poetico in lingua inglese meno letto”, per citare il critico letterario Northrop Frye. E infatti raramente gli sterminati riferimenti al suo mondo visionario sono stati appropriati, degenerando spesso nel kitsch e nel ridicolo. In questo campo minato
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