Se il rock è morto (e io mi sento poco bene, avrebbe aggiunto l’ottimo Woody Allen) i Claytoride sembra, per fortuna, non essersene accorti. La giovane band di Thiene (VI) giunge a quest’album d’esordio dopo un EP, Age Of Innocence, pubblicato nel 2012, ma soprattutto dopo una già intensa e proficua attività live, che per
I mods non moriranno mai, il loro shout attraversa le decadi e si rinnova sempre e i Rudi stanno qui ed ora a ricordarcelo. Gabriele Bernardi alle tastiere, Silvio Bernardi, voce e basso e Stefano Di Niglio alla batteria non sono nati negli anni ’40 e non si trovavano, anche se credo l’avrebbero fortemente desiderato,
“L'(in)quiescenza è un’energia celata da momentanea ed apparente quiete, pronta a cessare e ad esplodere, da un momento all’altro, come un vulcano in quiescenza”. Che questo viaggio interiore in uno stato d’animo di calma apparente fuori e dentro il frastuono della vita sia intrapreso e portato a termine con eccellenti risultati dai Mathì, gruppo partenopeo,
Come da sempre, nella migliore tradizione jazz, è in infinite serate passate a suonare, improvvisare, in locali notturni, club, pub e teatri che vien fuori e si consolida il nome ed il lavoro di un gruppo di musicisti. E questo quartetto milanese dal simpatetico nome, che dice già molto riguardo le intenzioni musicali del loro
Ci sono dischi importanti usciti negli anni ’70 che non hanno mai goduto dell’adeguato elogio e spesso della venerazione riservata ad album dello stesso periodo. Cold Nose, pubblicato nel 1975 dalla Polydor rientra in questo ristretto cult club della nostra musica. Il suo autore, Franco Falsini, è già il leader in quegli anni di un apprezzato,
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