La scena musicale genovese e ligure fin dagli anni ’60-’70 ha rappresentato un calderone pervaso da fulgidi e “immortali” lampi di creatività; artisti “unici” come “Faber” De Andrè e Luigi Tenco, nonchè Ivano Fossati, Bruno Lauzi, i Matia Bazar ed il fervente, fertile ed illuminato movimento progressive rock con sul proscenio gruppi come New Trolls, Delirium,
“Chist’è ‘o paese d’ ‘o sole, chist’è ‘o paese d’ ‘o mare” recita parte del testo della celebre canzone O Paese D’ ‘O Sole dedicata alla città di Napoli, scritto nel remoto 1925 dal poeta scrittore Libero Bovio. Ebbene, questo ensemble di musicisti partenopei capitanati dal deus ex machina, vocalist, polistrumentista, autore di musica e testi di
Il suo nome potrà risultare una novità per molti ma fuor di ogni dubbio non lo è per gli affezionati progsters di casa nostra. Il percorso artistico di Marco Masoni ha avuto lo start, come leader fondatore nonchè bassista, chitarrista e cantante dei pisani Germinale, valida band progressive rock che formatasi nel 1991, diede alla
Stuzzicante esordio discografico da parte di questo misterioso poeta-musicista, polistrumentista italiano spesso itinerante tra Inghilterra e Germania, che si cela dietro lo pseudonimo Fedor Kahlil Kramer. Accattivante il package dell’album nell’edizione CD, stile Mini LP sul quale si staglia oscura, fascinosa ed esoterica, l’immagine di un dipinto su tela, (il ritratto di Urizen), opera frutto della
Il variopinto package cartonato costellato di figure fumettistiche satiriche, surreali, irriverenti, macabre e giocosamente inquietanti, opera creativa, ispirata e dall’impatto visivo dirompente del disegnatore Hurricane Ivan funge da trampolino di lancio ideale per catapultarmi nel “mondo Ex KGB”. La triade di “ex spie” patavine (Alberto Stocco: drums, percussions; Emanuele Cirani: chapman stick, bass, vocals; Mike
Quinta release discografica per i torinesi Syndone, band dal nome volutamente pregno di misteriosa sacralità. Il loro progetto musicale prende corpo e forma nella “città della mole” (dove è appunto custodita la celebre reliquia religiosa denominata Sacra Sindone) nel lontano 1989 per iniziativa di Nik Comoglio, compositore – tastierista affiancato dal batterista Paolo Sburlati e dal
Il suggestivo nome, che richiama alla mente un culto sessuale dalle radici segrete e antichissime nato in India e Tibet, fu ripreso verso la fine degli anni ’70 da questo ensemble di musicisti portoghesi all’epoca autori di tre dischi: Misterios E Marahvilas (1977), Holocausto (1978) e Humanoid Flesh (1981). Riunitisi poi nel 2002, i nostri hanno prima inciso
Terzo capitolo discografico per questa band ravennate, posteriormente all’EP di esordio e un album intitolati entrambi The Doormen datati rispettivamente 2009 e 2011. Vincenzo Baruzzi, Luca Malatesta, Nicola Monti e Marco Luongo ci danno in pasto con la produzione molto ben curata di Paolo Mauri (Afterhours, Luci Della Centrale Elettrica, Massimo Volume, etc.) un album con lyrics
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