THE ZOLL
"Derklang"
(Onimo Records, 2013)

ZollThe Zoll è un progetto nato dalla collaborazione fra Marcello Giacalone, alle chitarre ed effetti, e Igor Notte, synth, voce, ritmi e campionamenti. In linea coi tempi, che tempi, il duo lavora a distanza, uno a Berlino l’altro a Milano. Come definire la loro musica ed il loro approccio? Dopo svariati ascolti di Derklang, il loro debutto, mi venivano in mente diversi termini, tutti poco saporiti. Riflettiamoci un pò. Maniaci manipolatori di suoni? Solo in parte, vista l’apparente fluidità e naturalezza della costruzione dei pezzi. Psichedelia elettronica? In un certo senso, se il termine non facesse venire in mente inoffensivi documentari notturni in tedesco sottotitolato, contesto al quale il lavoro è piuttosto distante. Acid rock elettronico? Non saprei che significa, ma qualcosa c’è. Elettro artigiani del flusso sonoro? Ecco, questo suona bene, sperando trasmetta qualcosa di comprensibile non solo a me, e dipinge in maniera appropriata il lavoro di lievi scalpellate ad una forma automodellante, ricca di impulsi ed onde sonore.

Si va dalle epiche aperture di 001, che fa pensare alla Cosmic Music di Klaus Schulze, vitaminizzata ed immediatamente fuibile, al caracollare cyborg di 010, perfetta colonna sonora di un mondo che (forse) sarà, fino all’apice del lavoro, 011, pericolosa discesa malata in atmosfere claustrofobiche di labile e disperato equilibrio. Gran pezzo, come l’avrebbero definito un tempo, e si sa che qui non abbiam paura di sembrare passatisti. Si ritorna sulla terra, a partire dai suoni, umani e distorti, con 100, che deflagra e conduce alle inattese terre di 101, in cui un andamento quasi funky dialoga con distorsioni e filtri in un tripudio di suggestioni acide. Si chiude con l’ottima suite 110, ritorno all’epicità dal sapore fine anni ’80, una trama rock che annega in un mare di effetti e campionamenti, ritmo sostenuto ma non invadente, chitarre violentate e tensione che non scende. Un ascolto interessante, belle idee che sarei curioso di vedere alla prova in un live e sviluppate in un secondo lavoro. Quali gli sviluppi? Una maggior atenzione al formato canzone o una conferma della fiducia ad un flusso sonoro in cui inserirsi con le proprie invenzioni? Rimaniamo in attesa, per adesso ci riascoltiamo Derklang, avanti così, ragazzi.

Luigi D’Acunto