TOM BROSSEAU
"Grass Punks"
(Tin Angel, 2014)

Tom BrosseauTom Brosseau è un ragazzone biondo in jeans e camicia a quadri, originario di Grand Forks, North Dakota, dagli occhi azzurri, i denti perfetti, la voce forse anche troppo pulita, una vecchia acustica a tracolla e consolidati attributi da songwriter e chitarrista. Brosseau, che ha imparato a suonare il bluegrass da sua nonna Lillian Uglem e ha campeggiato a lungo nelle “open mic nights” di Grand Forks, è oggi giunto al settimo disco di un folk-country/bluegrass che trae ispirazione da Leadbelly, Bob Dylan e Marty Robbins. Registrato in casa senza trucco nè inganno e uscito a fine Gennaio 2014, Grass Punks, ultimo lavoro di Brosseau, è un composto leggero che profuma di genuinità: gli arrangiamenti sono essenziali, la voce è morbida e a tratti ricongiunge elementi maschili e femminili, le due chitarre acustiche (una sua, l’altra del produttore Sean Watkins) e un delicato fingerpicking evidenziano il lirismo privo di metafore della composizione e lasciano scoperto lo strofinio delle dita sul metallo delle corde. “Non importa come è costruita, ma una chitarra acustica inizia a cadere a pezzi se non viene suonata” – dice Brosseau mentre i suoi freschi giri armonici ci accompagnano in tranquilli e tersi paesaggi rurali americani. Nove pezzi acustici in poco meno di 30 minuti, le cui lyrics sono incentrate su storiette semplici e un po’ sbilenche, raccontano del primo bacio (Tami), di giorni solitari in giro per catene di fast food, dei gettoni vinti alla fiera, del caso, della felicità di perdersi nella musica e di un peculiare avvilimento sessuale (Cradle Your Device) derivante dalle eccessive attenzioni che la sua “lover” riserva invece ad un telefono cellulare. L’entusiasmo è contenuto e ben controllato, sebbene in alcuni momenti (soprattutto dal vivo) Brosseau ha dei sussulti di emozione che riescono per un momento a compiacere anche l’udito assuefatto ad ascolti più solidi. Nel complesso si può affermare che Grass Punks è un disco che richiede calma e serenità di spirito da parte chi l’ascolta, assoluta sobrietà e inclinazione all’ottimismo: bisogna essere preparati per una breve vacanza dal turbinio ansiogeno del contemporaneo.

Claudia Zitarosa