NOX BOYS
"S/T"
(Get Hip, 2014)

Layout 1Cosa ci fanno tre “ragazzini” di 16 (Berman), 17 (Keim) e 18 (Stadtlander) anni saturi di ormoni giovanili con un veterano della chitarra slide come Bob Powers, classe 1957? Semplicemente uno degli album più frizzanti e fottutamente trascinanti degli ultimi tempi. Il primo embrione dei Nox Boys prende forma nel dicembre del 2012 ad una open mic night in quel di Blawnox (PA) quando Bob incontra per la prima volta Zack Keim (voce, chitarra) e danno vita ad un duo. Subito entrano in squadra il nipote di Bob, Sam Berman (batteria) ed un amico di Keim, David Weaver (basso, tastiere) che solo dopo un paio di concerti è costretto a lasciare il posto a Zach Stadtlander (basso) per frequentare la scuola militare. Ad un concerto dei Cynics, Keim rifila la copia di un demo al loro leader, Michael Kastelic il quale ne resta profondamente colpito al punto da girare la notizia all’amico Gregg Kostelich, chitarrista dei Cynics nonchè boss della Get Hip Recordings. Questi si convince a metterli sotto contratto dopo aver assistito ad un loro paio di show, spedendoli immediatamente su un volo per Detroit a registrare sotto l’ala protettrice di Jim Diamond (vedi Dirtbombs e White Stripes).

Questo omonimo album d’esordio nonché prima produzione assoluta della formazione di Pittsburgh ha un’anima sixties dall’impronta marcatamente garage-punk oltre che ad un contagioso piglio melodico e ad una travolgente freschezza. Allinea 11 gioielli pilotati da una mano ferma come quella di Bob e sporcati da un’“impertinente” energia adolescenziale. Si susseguono assalti sonici alla Stooges (Desperate Girl), a “ballate” country-folk (Novelty) dai richiami mod, tipici lo-fi-punk-blues alla Gories in salsa White Stripes (Take My Heart And Break It) a contagiose ballate garage-blues (Susie Lee), terrorismi ritmici (Mrs. Jackson) ad essenziali garage-pop (I Don’t Care Anymore) ed ancora pop’n’roll da brivido (Smilin’ Dave) a torbidi e melmosi allunghi per sentieri acidi (Mr. No OneThe Witch) e per concludere una epilettica Save Me che i tocchi del piano spasmodico di Jim Diamond trasformano in un nevrotico capolavoro. All’album dà un suo modesto contributo anche Gregg Kostelich, sue sono le sferrate fuzz in Military School, brano ispirato alla storia dell’ex membro David Weaver, dove ancora una volta la mano di Jim Diamond riporta alla luce i White Stripe. Insomma sporcizia garage, irruenza punk, divagazioni psych, ballate folk, …, tutto perfettamente arrangiato. Cosa volete di più dalla vita?

Salvatore Lobosco