MAURIZIO ABATE
"A Way To Nowhere"
(Black Sweat / Boring Machines, 2014)

Maurizio AbateMaurizio Abate è un chitarrista e pluristrumentista attivo sin dai primi anni 2000. A Way To Nowhere è la sua ultima fatica da solista, dopo diverse collaborazioni in giro per il mondo e di recente l’adesione al progetto Eternal Zio dove si esibisce in lunghe sessioni dal vivo. A Way To Nowhere è l’accostamento più reale a quel fitto sottobosco incontaminato che pervade la mente di Maurizio Abate, circondata da inquietanti pulsazioni cosmiche elettro naturali. Il magnetismo viscerale tra mente e spazio determina forti oscillazioni attrattive tra sonorità e delirio. L’album è stato concepito in totale isolamento, ricordando l’esperienza di Thoreau in Walden: “Noi non siamo dove siamo, ma in una falsa posizione”, ed è proprio questo che ci suggerisce l’ascolto di A Way To Nowhere. Fin dalle prime note, Abate mette in chiaro come non intende scendere a compromessi e a rinunciare al suo impeto emotivo. La opening track dell’album dal titolo Into The Void rende già l’idea di cosa ci si aspetta nell’ascolto di A Way To Nowhere. L’atmosfera è decisamente rarefatta, mentre la tensione resta latente senza essere mai del tutto liberata. Si ha l’impressione che viene fin dall’inizio dissolta attraverso un meccanico susseguirsi di pulsazioni stridule di inconsueta serenità. La distensione vertiginosa emotiva continua anche in Silent Trees, un sospiro della natura che ci ricorda la nostra appartenenza al cosmo. Traccia riempita da silenti partiture ambientali completate da vocalizzi eterei e distanti. Silent Trees è il brano più legato all’asprezza selvaggia dove si ha l’impressione di raggirare il tempo. Continuando l’ascolto, l’album acquisisce una sorta di ciclicità. Un tormentato incubo naturale di decadenza che ci suggerisce di spingerci verso l’esterno. In Towards The Outside si avverte tutta l’importanza del concetto di circolarità della natura espresso già da Ralph Waldo Emerson e dell’impossibilità di proiettarci al di fuori di essa. Allo stresso tempo di come la natura è regolata da disciplina che a sua volta è disciplinare. La quarta traccia Shiva’s Breath è un perpetuo arpeggio minimale che ci richiama al romanticismo acustico con aperture armoniche in crescendo. Nervose schegge accompagnate da una coralità spiritualista creano un atmosfera oscura e straniante. Stesso climax ci accompagna nella traccia più lunga del LP ovvero Land Of Thoughts. Un ulteriore riflessione spirituale sul significato di contaminazione tra natura e oscillazioni elettroniche, un pulsare continuo sinergico di elementi armonici e distorsioni. Land Of Thoughts è il cuore di A Way To Nowhere, il motore di questa macchina di suoni. Il tutto si muove come un balletto elettrostatico. Spasmodici riverberi attraggono a se echi armonici in una combinazione di positivi e negativi dove attrazione e avversione non si escludono. La traccia finale dell’album è Rising Sun Blues, una riproposizione strumentale e alterata di The House Of The Rising Sun degli Animals. Opera senz’altro intensa non di facile ascolto, il compimento della sua parabola artistica. Un disco meditativo sui contrasti violentissimi tra spiritualismo, natura e cosmo elettronico.

Daniele Carcavallo