SOLKI
“Sleeper Grele”
(Ibexhouse, 2014)

SolkiSegnatevi questo nome: Solki. La band toscana, originaria di Prato e formata da Serena Altavilla (voce e chitarra), Lorenzo Maffucci (chitarra) e Alessandro Gambassi (batteria), nasce nel maggio 2014, proponendosi come una delle realtà più interessanti che il panorama “underground” italiano ha da offrire. Il suo sound, un connubio perfetto tra punk, lo-fi e sfumature psichedeliche, rischia, invece, di diventare una piacevole ossessione. Una piacevole ossessione che viene espressa nell’album di debutto Sleeper Grele, dato alla luce il 22 settembre 2014 e prodotto dalla “factory” toscana Ibexhouse, progetto culturale e creativo, nato dalle menti di Alessandro Fiori, Silvia Facchetti e dello stesso Lorenzo Maffucci.

Sleeper Grele è un disco autentico, che si snoda su nove tracce, scandite da un suono deciso, tagliente e sognante, con sfumature degne del punk più tradizionale, diluito con una genuina mistura psichedelica. A completare il quadro, ci pensa la voce di Serena, distorta quanto basta, che penetra nella mente dell’ascoltatore, arrivandone a stimolare le emozioni più profonde. Un disco autentico, dicevo, che raggiunge l’apice in brani come Drain o Big Holes Grater, carichi di intensità, palpitanti, che catturano l’attenzione dell’ascoltatore sin dalla prima nota. Si passa, poi, a pezzi più emotivi, come Dripping Souls, e ad altri che, come Bus Stop e Crossing Fingers, trascinano l’audience in un viaggio tanto immaginario, quanto catartico. Gli altri quattro brani, invece, sono composizioni interessanti e rendono l’ascolto davvero gradevole.

Un ottimo album di debutto, quindi, che suona bene anche dal vivo. Ebbene, la proposta scenica del progetto Solki è davvero di pregevole fattura. L’occasione di vederli live è capitata lo scorso primo marzo al Godot Art Bistrot di Avellino: un’ora e mezza di grande intensità sensoriale e dal grande impatto sonoro. I Solki sono destinati ad un grande futuro. Con la speranza di poter ascoltare presto una loro nuova produzione, non mi resta che auguragli il meglio.

A presto!

Gerry D’Amato