DAN WEISS
“Even Odds”
(Cygnus Recordings, 2024)

Dan Weiss è un prolifico batterista statunitense attivo da diversi anni nella scena jazz d’avanguardia newyorkese. Questo suo nuovo lavoro, Even Odds, raggiunge l’apice della creatività, racchiudendo l’essenziale nella forma ristretta del trio e nella costruzione succinta dei brani di pochi minuti. Qui si accompagna a due fuoriclasse del genere, il sassofonista portoricano Miguel Zenòn, strepitoso nelle sue incursioni liriche, già noto per il suoi lavori tra gli altri sulle musiche delle americhe e i suoi El Arte Del Bolero Vol. 1 e 2, e l’eclettico pianista Matt Mitchell, innovativo compositore e storico sodale di Tim Berne. I tre mettono in atto una sequela frenetica di interazioni, con momenti di distensione come in The Children Of Uvalde, ma è il drumming complesso del leader Dan Weiss il motore propulsore di questa macchina in cui si affastellano diversi livelli di dinamismo centrifugo e centripeto. Se in certi frangenti infatti i tre musicisti sembrano percorrere strade diverse, arrivano poi i momenti in cui riannodano linee melodiche comuni, sino a lasciarsi andare nell’improvvisazione libera e simultanea. I continui e inaspettati spostamenti d’accento popolano queste miniature compositive, quasi degli intermezzi, con alcune eccezioni di più lunga durata, come nella traccia Max Roach, dedicata al celebre batterista, in cui è il forte timbro percussivo afro a sovrastare il serpeggiare di sax e piano, in stile Roach appunto. E così, dopo altri due brevi intermezzi di figure ritmiche dal richiamo ancestrale, Bribes And Ultimatums e Royal Beatings, si arriva alla bellissima ballad Fathers And Daughters, composizione perfetta per l’interpretazione di Zenòn. Conclude il disco un’altra ballata danzante, Nusrat, con delle atmosfere “a cascata” che evocano il rischiararsi del cielo.

Sergio Spampinato

 

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