THEE OH SEES
"The Master's Bedroom Is Worth Spending A Night In"
(Tomlab, 2008)

Thee Oh SessI Thee Oh Sees sono l’ultima creatura partorita dal genio prolifico di John Dwyer, uno che con la sua chitarra di chilometri ne ha percorsi tanti negli ultimi vent’anni, militando in una miriade di band di matrice marcatamente lo-fi garage-punk (The Hospital, Coachwhips (da avere il loro Bungers Vs Fuckers) ecc.). Nato in quel di San Francisco, originariamente come solista, il progetto non ha tardato a trasformarsi in quartetto reclutando tra le sue fila Brigid Dawson (voce e tamburello), Petey Dammit! (basso) e Mike Shoun (batteria). Con questo The Master’s Bedroom Is Worth Spending A Night In i Thee Oh Sees giungono alla terza prova, quella del nove a detta di molti, centrando perfettamente l’obbiettivo al punto da indurre la In The Red, etichette simbolo del genere, a volerli in scuderia. Ma non è dell’album su ITR che voglio scrivervi in questa sede piuttosto di uno che di anni ne porta già 5 sulle spalle e che ho trovato molto interessante.

Ascolto dopo ascolto la creatura sbattuta in copertina, che sembra venuta fuori direttamente dai fondali sabbiosi di un deserto voodoo, si è manifestata in tutta la sua carica dirompente e allucinogena. Siamo alle prese con un disco di garage lo-fi fortemente psichedelico che si svirgola su un fondale alle volte oscuro, altre terrorifico, altre ancora primitivo. Un disco che taglia ma accarezza anche, maschio ma anche femmina, che sorvola con destrezza ben quattro decenni di musica (’60, ’70, ’80 e ’90). Le voci che si alternano, si inseguono e si doppiano lungo tutta la sua durata, sono perennemente filtrate conferendo all’insieme una nota a volte plastica, altre arcaica che ben si fonde al vasto campionario chitarristico. Ecco allora una filastrocca giocattolo dalle voci plastiche (Block The Ice), un country-blues psichedelico e stellare dai vaghi echi Gun Club (Visit Colonel), una Graveyard Drug Party lenta e malata che porta alla memoria i Virgin Prunes, e ancora una Grease in perfetta sintonia Raincoats, o lo stoner colloso e acido di You Will See This Dog Before You Die. Su tutte svetta Two Drummers Disappear, un brano tagliente e volgare che si dimena tra luridi deliri sonori.

Trovo The Master’s Bedroom Is Worth Spending A Night In uno degli album più interessanti degli ultimi anni, per cui ne consiglio ad occhi chiusi l’acquisto (la prima stampa è in vinile viola, la seconda in vinile nero), saprà ripagarvi ampiamente la spesa anche se soltanto dopo ripetuti ascolti.

Salvatore Lobosco